Gusto

Vino Pecorino 2020: il nuovo pupillo della cantina Il Quercetto

L’azienda, a gestione familiare, è a Pollutri in Abruzzo

Vino Pecorino 2020. Il Pecorino è un ottimo vino la cui paternità è ancora oggi contesa tra i territori delle Marche e dell’Abruzzo. Torneremo su questo ma prima chiediamoci: perché si chiama così?

Il nome sarebbe stato assegnato al vitigno per lo scarso pregio dell’uva, adatta quindi a gente umile come “i pecorari”. Però potrebbe c’entrarci pure l’omonimo formaggio, assai più celebre e diffuso del fratello vino.

Gli avrebbe esteso il nome per la vivacità che sprigionano se messi sulla stessa tavola nello stesso momento.

Terza ipotesi: la partenza per la transumanza (la migrazione stagionale delle greggi coi loro pastori, ricordata da una poesia di D’Annunzio che tutti abbiamo studiato) coincideva con il periodo di maturazione di questa uva e le pecore guidate dai pastori sarebbero state attratte dai dolci grappoli.

L’ultima chiama in campo è la caratteristica forma allungata dei grappoli che sono infatti costituiti da un corpo centrale più massiccio e due propaggini laterali: come la testa di una pecora insomma.

Lascio scegliere a voi quella che preferite, potrebbero essere tutte giuste (o sbagliate). E’ solo per divertirvici, prima di berne un buon bicchiere.

Vino Pecorino 2020: bianco o rosso?

Due importanti precisazioni: non esiste il Pecorino rosso. Qualcuno dice che però Il Pecorino è un bianco travestito da rosso.

Questo ci può stare perché il nostro Pecorino è di notevole struttura: è caratterizzato da buona acidità e sapidità, ma soprattutto da due altre caratteristiche tipiche dei rossi.

Riesce a sopportare bene un periodo di invecchiamento (è quindi un vino bianco longevo) e possiede un’elevata gradazione alcolica grazie all’elevato contenuto zuccherino delle uve.

E anche se oggi c’è una tendenza a spumantizzare, proprio per questa sua parentela coi rossi, diffiderei delle versioni frizzanti. Il pecorino è un vino fermo, il giusto sfrizzolio lo fa già lui di suo, sulla lingua.

Con cosa berlo?

Ovviamente va a nozze col pesce e con le carni bianche. A riprova della nostra ricchezza e diversità culinaria accoppiatelo tranquillamente, lui così centro-italiano, a un coniglio alla ligure.

L’aroma del rosmarino e delle olive taggiasche si sposerà perfettamente coi profumi erbacei del vino.

Ma da dove viene? 

Sarei salomonico. Sia dalle Marche sia dall’Abruzzo. I confini regionali sono molti più recenti della diffusione del vitigno che è assai antica: l’esistenza delle piante precede di gran lunga quella delle regioni senza contare che Marche e Abruzzo non son state sempre entità distinte.

A proposito dell’Azienda Il Quercetto

E qui bisogna parlare di Michele Cicchitti, il suo giovane produttore, nipote del fondatore della vigna.

E sì, perché Il Quercetto, come vi sareste aspettato, è un’azienda a gestione familiare, localizzata a Pollutri in provincia di Chieti, in Abruzzo.

Le brezze marine che giungono dal Mare Adriatico ad est asciugano e contribuiscono a rendere il terreno particolarmente adatto per la coltivazione a vigneti.

Ad ovest si erge la Maiella, che li protegge dai venti freddi che provengono dalle montagne.

La sua produzione di Montepulciano D’Abruzzo DOC ha già ricevuto diverse premiazioni e anche il Pecorino di cui stiamo parlando ha ricevuto i suoi apprezzamenti a “Civiltà del Bere”.

Già da come è confezionato, ma sì dai, diciamolo in inglese, dal packaging, si capisce che la sua produzione è destinata ad un pubblico elegante, attento anche ai dettagli.

La bottiglia – una borgognotta a collo stretto, sinuosa – i colori, i disegni sono stati studiati per comunicare la gioia del lavoro e l’amore di Michele verso la sua terra.

Carta bianca naturale per l’etichetta, come i raggi del sole che irradiano le vigne. E poi un cerchio viola a evocare il cerchio della vita, ma anche l’uva.

All’aspetto è un vino limpido e luminoso. Non per via della filtrazione ma per il numero di travasi necessari per farlo venire buono. E’ giallo paglierino, con riflessi dorati.

Il profumo è travolgente e delicato allo stesso tempo.

Il bouquet (le caratteristiche aromatiche del vino) parte sul minerale (il terreno del vigneto del Quercetto è argilloso e ricco di minerali), per diventare subito dopo molto fruttato in bocca, con sentore di frutti gialli e frutta esotica.

E ora non ci resta che cercarlo, acquistarlo e berlo. Gustando il suo aroma di minerali e frutti gialli ed esotici: un’evocazione di paesaggi che vanno dal mare Adriatico alla Maiella.

www.ilquercetto.it
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