Viaggi in aereo: come evitare rischi per la salute delle gambe
I consigli per viaggi in aereo sicuri ed evitare disturbi cardiocircolatori
Si avvicina la pausa tra Natale e Capodanno e con essa la voglia di raggiungere mete caraibiche e latitudini per godersi il sole e le spiagge.
I viaggi in aereo di lungo raggio ci permettono di recuperare forza ed energia, ma specialmente nelle tratte intercontinentali, si tratta di un’esperienza che può mettere a dura prova il fisico, a qualunque età.
Ad essere maggiormente esposto in tal senso è il sistema cardiocircolatorio.
Iniziamo dai sintomi che possono generarsi e spesso correlati a prolungata inattività, posizione scorretta, altitudine (continui cambi di pressurizzazione), temperature elevate ed anche il cambio di abbigliamento.
Ne abbiamo parlato con il prof. Francesco Setacci chirurgo vascolare presso la clinica di medicina e chirurgia estetica Juneco di Milano City Life.
“Viaggiando in aereo per un tempo protratto, esperienze che costringano ad inattività prolungata, o nel corso di trasferimenti in località ove le temperature siano più elevate- spiega il prof Setacci- i sintomi da tenere in considerazione sono: senso di pesantezza agli arti inferiori e gonfiore, soprattutto dopo aver mantenuto la stessa posizione a lungo, ma possono insorgere problematiche molto più serie come edemi periferici fino a una vera e propria patologia tromboflebitica”.
Viaggi in aereo sicuri: quali i soggetti a rischio e quali i “fattori predisponenti”?
“La posizione seduta prolungata, un abbigliamento con cuciture o tessuti che stringano e fascino troppo, ma anche la disidratazione protratta dovuta alla pressurizzazione degli aerei. Le situazioni che richiedono una maggiore cautela- prosegue il prof Setacci- sono la predisposizione genetica, tutti i casi correlati a patologie della coagulazione, ma anche la gravidanza, obesità, i soggetti sottoposti a recenti trattamenti chirurgici, e quelli portatori di cardiopatie valvolari. Soggetti particolarmente esposti sono coloro che presentano già una patologia varicosa in atto”.
Quali i consigli per affrontare un viaggio in “sicurezza” e senza effetti collaterali? Quali sintomi ci devono mettere in allarme?
“Di fondamentale importanza è come sempre l’utilizzo di calze a compressione graduata che con il loro meccanismo simulano l’attività di pompa muscolare facilitando il ritorno al cuore del sangue venoso evitando la stasi periferica. Quest’ultimo probabilmente è lo strumento di prevenzione più importante che può evitare la cosiddetta e temibile “Sindrome da classe economica”: viaggio aereo lungo, in posizione obbligata, rallentamento della circolazione venosa nelle gambe, trombo che si forma nelle vene, frammenti di trombo che si staccano e diventano emboli che arrivano fino al polmone”.
Tutti i soggetti rischiano nello stesso modo?
“Rimanere a lungo in posizione sacrificata come accade in classe economica potrebbe essere il fattore scatenante in una persona che ha già altri fattori di rischio che provocano un’aumentata tendenza del sangue a coagulare; oppure potrebbe contribuire a rallentare ulteriormente la circolazione del sangue in vene già malate per vene varicose oppure in caso di compressione recata da un eccesso di grasso sull’addome, o da biancheria troppo stretta, che provoca un effetto elastico soprattutto all’inguine.
Le persone che persone rischiano più sono i fumatori, chi è sovrappeso, chi porta biancheria troppo stretta, chi ha già avuto una trombosi o una flebite, chi è in gravidanza, chi prende terapie ormonali (pillola)“.
Quando si deve sospettare una trombosi venosa (TVP) o un’embolia?
“Quando durante o dopo un lungo volo aereo una gamba si gonfia, compare un dolore intenso tipo crampo, o un rossore diffuso, o un cordone duro e dolente lungo il decorso di una vena”. Per l’embolia quando durante o dopo il volo si sente un dolore intenso sul fianco o sul dorso, si fa fatica a respirare, il catarro è striato di sangue e ci si sente svenire. La trombosi può formarsi durante il volo ma manifestarsi anche a distanza di molte ore dopo il ritorno a terra, o manifestarsi insieme all’embolia polmonare”.
In sintesi Prof Setacci come si riduce il rischio?
“Tutti coloro che affrontano un lungo viaggio aereo dovrebbero comunque sempre osservare alcune semplici norme: bere molta acqua, ogni tanto contrarre ritmicamente i muscoli delle gambe e flettere i piedi, non eccedere con l’alcol, non indossare abiti molto stretti, evitare gli stivali. Imperativo categorico è l’utilizzo di calze a compressione graduata come strumento di prevenzione primaria dimostrato come più efficace”