Triora, dove osano le streghe
Museo Etnografico e della Stregoneria
Triora. La Liguria è dai più considerata una regione ‘marittima’ ed è conosciuta, da Levante a Ponente, principalmente per le sue mete balneari, ma il vero ‘tesoro’ di questo territorio strappato alle rocce e alle montagne che lo incoronano a nord, è il suo meraviglioso entroterra che nasconde vere e proprie sorprese e tesori, ancora troppo poco apprezzati e valutati.
Uno di questi è Triora.
Percorrendo la Statale Aurelia e svoltando ad Arma per Taggia, si seguono le indicazioni per Badalucco, quindi si trova Molini di Triora e si giunge infine a Triora.
Lasciando la macchina al di fuori delle mura del paese, è piacevole avvicinarsi alla porta d’ingresso a piedi.
Subito, sulla destra, si può osservare l’entrata del Museo Etnografico e della Stregoneria, ma su questo torneremo dopo! Proseguendo invece la camminata si trovano lungo l’itinerario chiese, antiche vestigia ed evidenti tracce di un passato dal sapore ‘stregato’.
Sul lato sinistro, quasi alla fine di Triora, infatti sorgeva quella che era la costruzione, detta ‘cabotina’, dove si tenevano i ‘sabba’ e della quale ora non rimangono che poche e sconnesse pietre sovrapposte, ma sufficienti a rendere l’idea di ciò che fu in passato.
Purtroppo, come dicevamo, questi patrimoni non sono sufficientemente considerati e quindi spesso si deve procedere tra erba alta e sterpaglia.
Unica traccia d’interesse contemporaneo è un piccolo negozietto di oggettistica (statue di fate, gnomi, portacandele, legati alla cultura della stregoneria e dell’esoterismo ovviamente gestito da stranieri e anche un po’ caro, a dire il vero !…).
Dopo aver passeggiato dintorno per godere della splendida vista sulla Valle Argentina, si potrà ora ritornare sui propri passi per la visita al Museo. Anche qui le curiosità che si possono ammirare all’interno valgono la fermata.
All’ingresso, al piano terra, si trovano (ahimè, purtroppo imbalsamati!…) diversi esemplari della fauna locale: lepri, volpi, galli forcelli e via dicendo, e un’interessante e pregevole rappresentanza di bambole e giocattoli di latta antichi, poiché proprio qui, essi erano fabbricati nei bei tempi andati!
Vi sono anche le ricostruzioni di due ambienti contenenti i semplici, ma sempre bellissimi e affascinanti, ‘mobili della nonna’ adornati di altrettanto antichi e preziosi pizzi e trine. Oltre a numerose carte geografiche della zona, risalenti a varie epoche, si possono osservare pochi ma importanti reperti archeologici di ere remotissime.
Scendendo al piano inferiore ci s’imbatte immediatamente in una lunga serie di arredi e utensili appartenenti alla locale civiltà contadina: dalle madie ai tini, dai mestoli alle ‘muschee’ (i tipici contenitori per il formaggio), dai mortai ai setacci; e poi ancora forche, rastrelli, badili, rudimentali aratri e molti altri attrezzi ancora… insomma, una vera e concreta testimonianza di come i nostri avi affrontavano la vita quotidiana.
Infine, la ‘chicca’ di questa piccola esplorazione: un paio di stanze interamente dedicate alla stregoneria nelle quali si trovano delle ambientazioni sulla magia e sulla tortura e una notevole documentazione sul processo, qui avvenuto nel 1588, nei confronti di parecchie persone del luogo accusate e quindi condannate per l’esercizio della stregoneria, appunto!
Bene, ora immaginiamo che dopo questa bella passeggiata sarà sopraggiunto un certo appetito e supponendo che un clima decisamente favorevole vi consenta di pensare a un picnic, niente di meglio da consigliarvi se non di tornare a Molini di Triora dove, impossibile non individuarla, la piccola ma fornitissima Bottega di Angela Maria, situata all’angolo della principale (e peraltro, unica) strada, vi solleciterà ulteriormente il palato con vari tipi di salumi, vini, formaggi e l’immancabile e gustosissimo Pane di Triora: buon appetito e buon rientro!
Foto di Vittorio Puggioni