Sonno e sogni: un mondo da esplorare
Sonno e sogni: un mondo da esplorare. Trascorriamo un terzo delle nostre vite dormendo. Eppure il sonno – e i sogni che lo accompagnano – è uno dei territori ancora oggi meno noti del vasto campo delle Neuroscienze. Ogni organismo vivente sulla Terra – dai topi, ai delfini, ai moscerini e perfino i microorganismi – dipende dal sonno per la sua sopravvivenza. Un essere umano può addirittura morire per mancanza di sonno ancor prima che per denutrizione (due settimane senza cibo portano normalmente alla morte, ma bastano 10 giorni senza dormire per ottenere lo stesso risultato). Come è logico, la qualità (e la quantità) di sonno è diventata di primario interesse per la salute pubblica. Sappiamo che chi non dorme abbastanza è più esposto a malattie croniche come ipertensione, diabete, depressione, obesità e cancro. Oltre a regolare l’appetito, l’umore e la libido, il sonno ricarica le cellule dell’organismo, aiuta la memoria e l’apprendimento ed elimina gli scarti del cervello. Quest’ultima funzione è particolarmente importante, perché proprio come il corpo si disfa dei rifiuti, il cervello ha bisogno di liberarsi del materiale inutile.
Nei secoli, i poeti e i letterati hanno spesso paragonato il sonno alla morte, uno stato di profonda immobilità del corpo e della mente. In realtà, oggi sappiamo che il sonno è un momento di grande attività: miliardi di neuroni si accendono, il sistema endocrino gira ad alta velocità e il flusso sanguigno viene inondato di ormoni. Una ricerca dell’Università di Harvard sostiene che un breve sonno pomeridiano migliora la coordinazione motoria e l’apprendimento del 20%. Secondo uno studio della West Virginia University, la maggioranza degli individui adulti dovrebbe dormire dalle 7 alle 8 ore a notte, mentre i bambini in età scolare, da un minimo di 9 a un massimo di 13 ore.
Il sonno è dunque una parte integrante della nostra esistenza ed è anche incredibilmente complesso. Il cervello genera due tipi diversi di sonno – il sonno a onde lente (SWS), o sonno profondo, e la fase REM, anche detta dei sogni. Gran parte del nostro sonno appartiene al primo tipo, ed è caratterizzato da ampie, lente onde cerebrali, muscoli rilassati e respirazione lenta e profonda, che aiutano il cervello e il corpo a riprendersi dopo le fatiche della giornata, riorganizzando e selezionando le esperienze fatte, e cancellando tutto ciò che è inutile. Tecnicamente, il sonno comincia nelle aree del cervello che producono le SWS: quando queste cellule si attivano, si ha una perdita di conoscenza. Il primo sonno profondo della notte dura circa 90 minuti. Dopo quello profondo, compare la fase REM, che presenta un quadro identico a quello del cervello sveglio. Gli scienziati ci dicono che circa due ore del nostro dormire notturno sono occupate da sogni, che hanno una durata variabile (dai 5 ai 25 minuti ciascuno). Durante la fase REM il cervello diventa molto attivo, gli occhi cominciano a roteare, mentre i muscoli del corpo risultano paralizzati e la respirazione e il battito cardiaco divengono variabili. Le nuove informazioni vengono collegate fra loro, associate a quanto è già memorizzato dal nostro cervello, dando un senso al nostro vissuto e, in sostanza, contribuendo a modificare la nostra personalità. “I primi sogni della notte – dice il professor Giulio Maira, professore di Neurochirurgia presso l’Istituto Humanitas di Milano, Presidente della Fondazione Atena Onlus – sono fatti di scene povere e molto realistiche, basate sulle esperienze del giorno trascorso, quelle che il cervello riordina appena ci siamo addormentati. Nelle fasi di sonno REM i contenuti dei sogni diventano più ricchi e complessi: vediamo immagini in movimento, crediamo di correre, ci arrampichiamo, voliamo, riconosciamo noi stessi”. A mano a mano che la notte avanza e si avvicina il mattino, i periodi di riposo profondo diventano sempre più brevi mentre si allungano i periodi di sonno REM.
Si chiama Dream Over – e ricalca la moda dello ‘Sleepover al Museo’, arrivata da Oltreoceano – l’esperimento che si è tenuto nella notte fra il 16 e il 17 giugno 2016 a Roma, presso il Maxxi, a conclusione della tavola rotonda “Sonno e Sogni: il cervello dopo mezzanotte”, promossa dalla Fondazione Atena Onlus. Un gruppo di 20 uomini e donne, di età compresa fra i 20 e i 60 anni, per l’occasione ha dormito al museo, davanti alle opere della mostra fotografica “Extraordinary Visions/L’Italia ci guarda“. L’iniziativa – che ha già un precedente illustre, il Rubin Museum di New York – è volta ad analizzare l’influenza che l’arte ha a livello cerebrale durante il sonno. Al risveglio, i partecipanti hanno raccontato agli esperti le sensazioni e le emozioni provate, come l’atmosfera particolare del museo li abbia influenzati e in quale maniera le opere abbiano influito sulla qualità del sonno e dei loro sogni.
“Amo il sonno. La mia vita ha la tendenza ad andare a rotoli quando sono sveglio, sapete?” Ernest Hemingway
www.atenaonlus.org – www.fondazionemaxxi.it – www.humanitas.it
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