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 Sogni di Grande Nord in anteprima italiana al Film Festival di Trento

 Sogni di Grande Nord alle fonti del mito

Il film “Sogni di Grande Nord” debutta in anteprima italiana al Film Festival di Trento (30 aprile-9 maggio, online fino al 16 maggio), la più importante rassegna internazionale di cinema e culture di montagna, giunta quest’anno alla 69a edizione.

Sogni di Grande Nord sarà distribuito da Nexo Digital

Scritto da Paolo Cognetti, Francesco Favale, Dario Acocella (regista), prodotto da Samarcanda Film, Feltrinelli Real Cinema e Rai Cinema, col sostegno della Film Commission Valle d’Aosta, sarà distribuito nei cinema italiani da Nexo Digital (la data ufficiale di uscita sarà comunicata quanto prima su www.nexodigital.it)

Un film-evento, tratto dal viaggio letterario dalle Alpi all’Alaska che il noto scrittore Paolo Cognetti compie in compagnia dell’amico illustratore Nicola Magrin, per scoprire le proprie radici umane e culturali.

“E alla fine eccomi lì. La vita a volte è incredibile, dopo lunghissimi giri ti porta al centro esatto della tua storia. Il Magic Bus se ne sta su quella collinetta a ricordare la sua, a testimoniare ciò che è stato, credo, e a veder scorrere due torrenti e le stagioni, senz’altra compagnia che quella degli orsi e gli alci di passaggio” Paolo Cognetti

Un viaggio epico 

Attraverso le immagini girate durante il tragitto e i frammenti di dialogo tra i due, sarà possibile fare con loro un viaggio da sogno: alle fonti del Mito, sulle orme di scrittori come Hemingway, Carver, Thoreau, London, Melville, ma anche sulle orme di un giovanotto un po’ sconsiderato, che dal mito si lasciò abbacinare.

Quel Chris McCandless che, terminati gli studi, comincio à vagare in autostop per gli Stati Uniti occidentali; seguendo un proprio ideale estetico estremo arrivò in Alaska, ove visse anni in perfetta solitudine, fino a morire di stenti o forse avvelenato da una pianta, come ricorderà chi ha visto il bel film di Arthur Penn,” Into the Wild” (2007).

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Suo rifugio fu il Magic Bus, un minivan senza pretese, che Paolo Cognetti e Nicola Magrin sono stati tra gli ultimi a poter visitare e che è stato rimosso alcuni mesi fa dal luogo in cui era abbandonato da trent’anni, perché il viaggio per raggiungerlo era considerato troppo pericoloso e perché attirava troppi appassionati inesperti o incauti.

Non certo Cognetti, valligiano italiano coi piedi ben piantati per terra, che ben sa che “la montagna non è solo neve e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli, ma un modo di vivere la vita. Un passo davanti all’altro, silenzio, tempo e misura”.

Perché sì, sognare è bellissimo, ma in montagna bisogna tenere gli occhi sempre ben aperti.

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E si può anche non arrivare mai alla vetta (“Senza mai arrivare in cima”, Einaudi 2018).

Paolo Cognetti è conosciuto da tempo al grande pubblico: il suo precedente libro, “Le otto montagne”, ha vinto, con oltre 1.000.000 di copie vendute in oltre 40 Paesi (450.000 solo in Italia), numerosi premi, tra cui il Premio Strega 2017, il Premio Strega Giovani 2017 e il Prix Médicis étranger.