Sessuologia

Sessualità maschile: per molti uomini è un tabù

Novità! Un trattamento topico contro la disfunzione erettile

È noto come la maggior parte della popolazione maschile non faccia prevenzione, in genere, ma soprattutto per quanto riguarda la sessualità (a differenza delle donne). A maggior ragione per quegli argomenti che riguardano la propria immagine virile, come la disfunzione erettile.  

I medici intervistati durante la prima wave dell’Osservatorio “Occupiamoci di uomini – La salute sessuale maschile fra tabù e disinformazione” – che l’Università di Pavia, SIAMS e Cooper Consumer Health hanno presentato lo scorso giugno – avevano descritto come i pazienti maschi di fronte all’insorgenza di una problematica di natura sessuale, avessero sostanzialmente reazioni connesse con l’età e con il grado di educazione sessuale a cui erano stati abituati.

Il team diretto dal prof. Flavio Antonio Ceravolo, Associato di Sociologia e Direttore del progetto di ricerca, si è poi rivolto direttamente agli interessati, lavorando su cinque gruppi.

Sessualità maschile: i gruppi intervistati

Gruppo maschile 51-60 anni: La problematica legata alla disfunzione sessuale è vissuta con grande imbarazzo e rappresenta ancora uno stigma sociale e traumatico forte. Gli intervistati hanno confermato sostanzialmente che si rivolgono al medico soltanto quando è impossibile continuare a ignorare i sintomi. E davanti a uno specialista c’è comunque una sensazione di profonda vergogna.

Se la disfunzione è di carattere meccanico, si tende ad associarla all’invecchiamento e non si condivide la propria condizione con il partner in un dialogo aperto. Se la disfunzione è causata da fattori psicologici, il freno è ancora maggiore e l’autoanalisi necessaria per scardinare l’empasse (momentaneo) ancora più difficile da contemplare come soluzione.

L’impotenza – momentanea, patologica o psicologica – è ancora vissuta da questo target di età come una condizione che non va condivisa con nessuno, a malapena con i medici.

Arrivare a curarsi in questo caso è vincolato alla possibilità che si tratti di soluzioni di automedicazione, riservate e lasciate all’iniziativa del singolo per la gestione.

Gruppo Maschile 40-50 anni. L’affaccio della situazione di anomalia o disfunzione è vissuto in modo ancora più violento, perché viene a mancare l’alibi dell’invecchiamento. C’è una forte chiusura rispetto all’esterno, che va di pari passo con un bisogno di normalità, di continuare a far parte del gruppo dei pari di cui si mantengono  in funzione tutte le caratteristiche comuni, in primis una vita sessuale attiva. Solo gli intervistati più giovani del target, i 40enni, arrivano ad aprirsi con imbarazzo con il gruppo dei pari quando la situazione non è più gestibile in autonomia e diventa grave. Più ci si avvicina ai 50 anni e più si tende a vivere questa condizione con rassegnazione. Nella considerazione di questo target, i presidi medici a disposizione devono essere facilmente accessibili e gestibili in autonomia.

Gruppo Maschile 20-30 anni. La situazione si ribalta: è un target che non prende minimamente in considerazione la possibilità di soffrire di disturbi sessuali, di disfunzione erettile ad esempio, ma si dimostra più aperto al confronto e meno intimorito dal gruppo dei pari.

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Si riscontra sempre una situazione di imbarazzo, ma non tale da paralizzare la gestione della condizione sopraggiunta. Non vivendo direttamente la problematica, a parole, si dicono pronti a confrontarsi con un medico nel momento in cui dovesse insorgere l’esigenza. In questo target si riscontra anche una maggiore libertà di raccontarsi e di descrivere il proprio orientamento sessuale. Rispetto a questo focus target è opportuno evidenziare due tematiche rilevanti che meritano attenzione.

Accanto ai fattori ambientali e chimici, i media sembrano giocare un ruolo determinante nel modellare la crescita psicologica e sessuale dei più giovani, con effetti che potrebbero risultare negativi se non monitorati adeguatamente. Questo aspetto solleva interrogativi importanti non solo sulla salute sessuale, ma anche sul benessere psicologico delle nuove generazioni, sottolineando la necessità di un’educazione sessuale mirata e di un’attenta sorveglianza degli strumenti digitali a cui sono esposti i ragazzi.

Le nuove generazioni – conclude il Prof. Ceravolo – sono più aperte al confronto con una problematica sessuale, non hanno paura di parlarne con i contatti fidati e con un medico. Questo ci lascia ben sperare anche nell’approccio alla vita di coppia con un atteggiamento proattivo e rispettoso di sé e dell’altro

Sessualità maschile e il Gruppo Partner Donne: dialogo e crescita

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Il gruppo di intervistate donne, partner di uomini affetti da disfunzione erettile, ha rivelato una complessità di opinioni e sentimenti, mostrando come la questione venga percepita in modi diversi. Hanno espresso una forte sensazione di esclusione quando i loro partner affrontano la disfunzione sessuale senza condividerne il peso emotivo. Questo comportamento genera un processo di consapevolezza lungo e difficile, in cui il problema viene spesso ignorato involontariamente, danneggiando la relazione.

Le giovani partner, in particolare, non comprendono perché si eviti di affrontare la questione, percependo questa mancanza di condivisione come una perdita di fiducia e complicità nel rapporto.

È cruciale affrontare apertamente la sessualità come strumento di relazione, promuovendo un cambiamento che deve avvenire non solo a livello personale, ma anche culturale e sociale. Questa apertura fa superare le barriere e facilita una comunicazione più sincera e profonda all’interno della coppia.

Gruppo Maschile con orientamento Omosessuale. Apertura e cura di sé. La comunità gay, tradizionalmente più aperta nel parlare di sessualità, rappresenta una risorsa preziosa per comprendere dinamiche e approcci che potrebbero sfuggire ad altri contesti.

Un elemento chiave è la maggiore consapevolezza sessuale, che vede la sessualità non solo come un atto fisico, ma come parte integrante del benessere relazionale e identitario. Per molti, la cura della propria salute sessuale è strettamente legata al modo in cui vivono la loro identità e le relazioni, con una maggiore attenzione e apertura verso i temi legati alla salute.

Un altro aspetto rilevante riguarda il rapporto con il medico

Gli uomini di questo target group mostrano generalmente meno timore nel consultarlo quando si tratta di salute sessuale, ma è fondamentale trovare il medico non giudicante, e capace di instaurare un rapporto di fiducia. Rispetto agli uomini eterosessuali, emerge quindi in questo target group, una maggiore consapevolezza nell’affrontare i temi di salute con un approccio proattivo e meno condizionato da tabù o stigmatizzazioni.

www.siams.info – 

Sessualità maschile: un nuovo prodotto senza prescrizione medica

Questo scenario potrà evolvere anche grazie a un nuovo approccio alla disfunzione erettile: è arrivato in farmacia un dispositivo medico topico in gel in grado di offrire una soluzione rapida. La sua facilità d’uso, l’azione in pochi minuti e la possibilità di acquisto senza prescrizione medica lo rendono una scelta ideale per chi cerca soluzioni riservate e non invasive.

Se desiderate chiarimenti su problemi di natura sessuale (maschile o femminile) potete scrivere alla dottoressa Bettelli Lelio a: cbchiachia7@gmail.com  

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Assistente psicologa, direttore di psicodramma moreniano e counselor in sessuologia clinica di FISS (Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica), è giornalista professionista nell’area del benessere psico-fisico. E’ esperta in consulenze su difficoltà individuali e di coppia riferite a disturbi psico-sessuali o a problemi relazionali.