Roma Pittrice: riscoprire le artiste attraverso i secoli
Mostra allestita al Museo di Roma fino al 23 marzo 2025
Roma Pittrice. Artiste al lavoro tra XVI e XIX secolo – allestita al Museo di Roma fino al 23 marzo 2025 – intende valorizzare le artiste donne che lavorarono a Roma fino al 1800 e mostrare come è cambiato l’accesso alla formazione e alla professione, a lungo considerata prerogativa maschile.
Roma è stata per molte artiste luogo di studio e di lavoro, dove hanno realizzato una produzione ricca, variegata e di assoluto rilievo artistico. Tuttavia a lungo sono state trascurate dagli storici dell’arte. A questa dimenticanza si oppone la mostra al Museo di Roma che si accompagna a molte altre iniziative che ci fanno conoscere tante artiste fino ad ora misconosciute. E molte altre andranno riscoperte nel tempo.
Far emergere le artiste dal silenzio
Roma, città papale e cosmopolita, ha esercitato un forte richiamo su artisti soprattutto maschi, ma anche su molte artiste, qui presentate. Ed è nella città eterna che, per la prima volta in Europa, le donne sono accolte nelle accademie accreditate, quella di San Luca, dell’Arcadia e dei Virtuosi al Pantheon, ambienti tradizionalmente maschili.
Farle riemergere dall’oscurità è stato difficile, poiché sono poco ricordate nei documenti, spesso relegate a ruoli minori nel sistema delle arti, mentre la loro produzione è sovente confusa con quella dei loro maestri e familiari. Per riscoprirle sono stati esaminati documenti, diari e corrispondenze, autoritratti e firme, unico modo ufficiale per affermare pubblicamente il loro operato.
La mostra ricostruisce le vicende biografiche di 56 artiste attive in città stabilmente o per periodi più o meno lunghi, esplorando le collezioni dei Musei Civici della Sovrintendenza Capitolina, per poi allargarsi a quelle di molti altri musei e collezioni nazionali e internazionali, arrivando a 130 opere esposte, non solo delle artiste già riconosciute e più famose.
Oltre a Lavinia Fontana, Artemisia Gentileschi e Giovanna Garzoni, vengono alla luce le opere di parecchie altre artiste finora sepolte nei depositi. Tra le meno conosciute scopriremo Giustiniana Guidotti, Ida Botti o Amalia De Angelis e molte altre.
Roma Pittrice. Il percorso della mostra
La giovane pittrice di nature morte ci introduce al percorso. È questa l’immagine enigmatica ritratta da Pietro Paolini (XVII secolo) che accoglie all’ingresso. La sua identità resta ignota, ma impressiona l’orgoglio con cui mostra gli strumenti del mestiere.
La prima sala è dedicata alla bolognese Lavinia Fontana, con opere inedite come il primo autoritratto su rame. Segue una sintesi della carriera di Artemisia Gentileschi, con tre opere fondamentali: Cleopatra, drammatica e sensuale nella sua nudità; L’Aurora e Giuditta e la serva con la testa di Oloferne, tema iconico e ricorrente.
Di Giustiniana Guidotti si espone l’unica opera sinora nota e firmata, per rendersi visibile al pubblico.
Un’intera sala è dedicata alle maestre della natura morta: prezioso è l’album con miniature di piante, frutti, fiori e animali dell’ascolana Giovanna Garzoni.
Si completa il panorama del XVI e XVII sec. con una sala riservata al ritratto, tra cui notevole è la tela in cui Claudia Del Bufalo raffigura la sorella Faustina in abito nunziale. E con un focus sulla grafica, la miniatura e i prospetti ottocenteschi della Villa del Vascello dell’architettrice Plautilla Bricci.
Si prosegue con il percorso artistico di Angelika Kauffmann, pittrice internazionale che stabilisce a Roma la sua casa-atelier frequentata da tanti intellettuali, e con quello dell’incisora Laura Piranesi e di altre pittrici che consolidano la presenza delle donne nelle accademie e il loro successo nel mercato dell’arte, come Élisabeth Vigée.
Il XIX secolo ci propone autoritratti o ritratti di artiste, ma anche di altre protagoniste della cultura dell’epoca: cantanti, attrici, salonnière, che esprimono la forza di tante donne che hanno contribuito a cambiare la società.
Emma Gaggiotti “pittrice e patriota”: attivissima nei moti risorgimentali, amica di poeti come Giuseppe Gioacchino Belli, così si firma in ritratto fotografico. Di lei si espongono finalmente importanti opere appena restaurate e finora conservate nei depositi, come l’Autoritratto degli Uffizi che solo dal 2023 è giunto tra gli autoritratti.
Le ultime tre sale propongono soggetti religiosi e di storia, ritratti, paesaggi e natura morta. Siamo ormai nella Roma del XIX secolo e le artiste si esprimono con più libertà che in passato. Molte sono ancora da scoprire, come Erminia De Sanctis e Virginia Barlocci, le cui opere sono un’assoluta novità
Dal Museo alla città
Chiude la mostra una mappa, sia esposta che stampata in un agile depliant, che invita a continuare la visita in città, con le indicazioni di tutte le opere di artiste esposte in luoghi pubblici e accessibili.
Un ciclo di incontri aperti al pubblico tratterà la presenza rilevante delle donne in altri ambiti disciplinari, con ospiti internazionali e studiosi rinomati nel campo dei gender studies e non solo.