Gusto

I Piatti del Buon Ricordo tra colori e sapori

 

Collezionare i “Piatti del Buon Ricordo” è un hobby molto diffuso, affascinante e divertente. Ma non solo: simbiosi di turismo, cultura e bontà gastronomiche, i Piatti del Buon Ricordo diventano anche la memoria di un viaggio, di un incontro o di una suggestione da “fissare” e da portare a casa. Il più delle volte adornano le pareti della cucina, fornendo un vivace colpo d’occhio, ma possono essere tranquillamente usati per mangiare, imbandendo, come detta la moda del momento, variopinte e allegre tavolate.DSC02672

Non sono piatti qualsiasi, non sono ceramiche industriali stampate. I Piatti del Buon Ricordo sono dipinti a mano, ad uno ad uno, dagli artigiani della Ceramiche Artistiche Solimene di Vietri sul Mare, famiglia di ceramisti della Costiera Amalfitana, la cui origine si perde nella notte dei tempi. L’arte dei cuochi ispira quella dei decoratori, tutto rigorosamente “italian style”. Con lo stile naif e coloratissimo che li contraddistingue, colgono in sintesi la pietanza, simbolo di ciascun locale, arricchendo la decorazione con riferimenti al ristorante, al territorio, ai prodotti della zona. Sul bordo riportano il nome del locale e la località in cui si trova. Oggi, come nel 1964, sono prodotti utilizzando l’argilla grezza delle cave di Ogliara, a pochi chilometri da Vietri.ceramica-solimene

Quella dell’Unione dei Ristoranti del Buon Ricordo è una storia lunga, consolidata e gloriosa. A una felice e puntuale idea di Dino Villani, uomo di cultura e maestro di comunicazione, si associò un gruppo di ristoranti di qualità, con l’obiettivo di ridare notorietà e prestigio alle tante espressioni locali della tradizione gastronomica italiana, a quell’epoca poco valorizzata. Era la primavera del 1964. Un successo che superò ogni previsione. Oggi i Ristoranti del Buon Ricordo sono 100 (91 in Italia e 9 fra Europa, Giappone e Cina) e la cucina “del territorio” non è più né segreta né negletta. Gode anzi di grande considerazione da parte di storici, dietologi, nutrizionisti e, soprattutto, dei consumatori. E loro ne sono stati gli antesignani.

L’Unione Ristoranti del Buon Ricordo promette da 52 anni un viaggio tra i sapori e i colori, rappresentando la migliore espressione della cucina regionale, disegnando la mappa dell’ospitalità Made in Italy. Il ricchissimo mosaico della gastronomia italiana quest’anno si arricchisce di nuove preziose tessere, 8 ristoranti che sono stati ammessi nell’Associazione dopo un’attenta valutazione dei requisiti.

Questi i nuovi soci, con le rispettive specialità: a Bormio (SO) Al Filò con Cilindri di maialino in porchetta, ad Ameglia -– Loc. Bocca di Magra (SP) Capannina Ciccio con Zuppa di farro della Garfagnana con moscardini nostrani, a Mortegliano (UD) Da Nando con La polente cuinciade, a Rieti La Foresta con Conchiglioni con Persico Reale dei laghi reatini al profumo di maggiorana, ad Arquà Petrarca (PD) La Montanella con Prosciutto cotto nel vino, a Perugia La Rosetta con Torello alla perugina, a Scandiano (RE) Osteria in Scandiano con Puntine di maiale nostrano in confit con verza saltata e confettura di arance, a Castiglione dei Pepoli (BO) Taverna del Cacciatore con Tortellini con olio EVO toscano in cialda di parmigiano.

Presentazione new entry 2016 (6)

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Giornalista di lungo corso ha lavorato all’interno di alcune case editrici quali la Mondadori, Rusconi Editore e f.lli Fabbri Editore. Successivamente, per diversi anni ha operato nel campo della musica come responsabile della promozione e del marketing per le più importanti major discografiche. Attualmente collabora anche con il mensile cartaceo Caravan e Camper e per altre testate online di viaggio, bellezza ed enogastronomia.