Arte & Cultura,  Home,  Life gallery

Penck, l’artista audace, al Museo d’Arte di Mendrisio

Penck: un artista concettuale e complesso

A. R. Penck (1939-2017) tra i più importanti artisti tedeschi della seconda metà del Novecento, in mostra a Mendrisio.

La mostra di Penck è comprensiva di oltre 40 dipinti di grande formato, 20 sculture in bronzo, cartone e feltro, oltre una quarantina di opere su carta, libri d’artista e quaderni.

Di mostre ce n’è di due tipi: le mostre evento o mostre-show e quelle di nicchia, ovverossia le “chicche”.

Non entro nella polemica tra storici e critici dell’arte su quale sia meglio perché io dico: tutte e due, basta che siano fatte bene.

Per gustarsene a fondo una del primo tipo si va a Milano a vedere il grande Monet del Marmottan a Palazzo Reale, mentre questa di Mendrisio su Penck appartiene alla seconda tipologia.

E’ una retrospettiva generale, la prima nell’ambito culturale italofono, adattissima a tutti coloro che partendo dal più classico dei “Penck, chi era costui ?” vogliano scoprire uno dei più importanti artisti tedeschi del secondo Novecento, tra i più significativi dell’arte internazionale degli anni ‘70-80.

penck-lartista-audace-al-museo-darte-di-mendrisio

Un pittore, disegnatore e scultore dal linguaggio originalissimo, che si è mosso nelle contraddizioni della  Germania post-nazista e del conflitto Est-Ovest.

E chi già lo conosce, se ne farà una gradita scorpacciata.

 Un personaggio complesso

Non si chiamava così: è uno dei suoi pseudonimi, il più usato.

Tipino eclettico, anche musicista polistrumentista, se proprio volete appiccicargli un’etichetta potremmo usare la categoria del Neoespressionismo e dirlo quindi contiguo ai vari e più famosi Auerbach, Baselitz, Kiefer e negli Usa Schnabel.

Se poi vogliamo tirare un filo rosso che ci porterà subito dopo nei paraggi di Haring e Basquiat, possiamo anche azzardarlo: guardandolo, vien fatto.

Più lontani ma sempre cugini gli espressionisti americani (Pollock, Rotkho, De Kooning).

Con queste collocazioni bisogna andarci piano però.

Perché lui si definiva un artista concettuale che partiva da forti valenze filosofiche: quindi all’uscita  si resterà un po’ sconcertati e il problema della categorizzazione (anche i curatori ammettono di non averlo sciolto del tutto) continuerà ad assillare coloro che lo vorranno fare a tutti i costi.

Il mio consiglio spassionato è di goderselo a basta: in nessun caso A.R. Penck ci lascerà indifferenti.

A. R. Penck: a Mendrisio dal 24 Ottobre 2021 al 13 febbraio 2022

penck-lartista-audace-al-museo-darte-di-mendrisio

Inquadrato il contesto possiamo immergerci ora nelle sale del Museo d’Arte di Mendrisio per gustarci i suoi lavori: ce ne renderanno un’idea completa e approfondita perché questa mostra

(del tipo: la seconda che ho detto, chicca vera) è frutto di qualche anno di lavoro appassionato e reverente di una squadra capitanata da Simone Soldini, Ulf Jensen e Barbara Paltenghi Malacrida.

E Mendrisio è dietro l’angolo per noi lombardi. Comodissima in auto, ben servita dai mezzi, il Museo è facilmente raggiungibile e si trova in Piazza dei Serviti, 1.

E per chi vuole, chicca nella chicca, domenica 19 dicembre, in tempo per gli auguri di Natale, un evento davvero particolare: quattro jazzisti di grande livello ( tra cui, annunciato il trombettista  Fabrizio Bosso) si esibiranno in una performance interpretativa ispirata direttamente dalla visione delle opere in Mostra.

Penck se la sarebbe goduta un mondo, il jazz gli piaceva un sacco anche, se suonato da lui, a detta di chi lo ha fatto, non era troppo ascoltabile. Meglio i quadri.

Prenotazione consigliata.  Tel. +41 (0)58 688 33 50 museo@mendrisio.ch

Prezzi:  Chf. /€ 12. – Ridotto Chf. /€ 10.