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Pellizza da Volpedo: il fascino della natura

Il fascino della natura. Paesaggi ritrovati di Pellizza da Volpedo è la mostra allestita nello Studio-Museo del pittore del Quarto stato fino a domenica 22 settembre 2024.

Il fascino della natura. Paesaggi ritrovati di Pellizza da Volpedo è allestita dall’Associazione Pellizza, in collaborazione con METS Percorsi d’Arte, orgogliosi di presentare tre suggestivi paesaggi di cui nel tempo si erano perse le tracce.

Lo Studio-Museo Pellizza

Aperto trent’anni fa il 4 giugno 1994 nel Comune di Volpedo, realizza negli anni dispari iniziative per la conoscenza dell’arte di Giuseppe Pellizza (1868 – 1907). Eccezionale è stata del 2001 l’esposizione di Quarto Stato, cent’anni dopo la sua realizzazione, proprio là dove l’opera è stata realizzata.

Quest’anno pari, trentennale del riallestimento dello Studio-Museo, viene proposta un’iniziativa particolare: sono esposti insieme tre paesaggi da moltissimi anni assenti dai circuiti espositivi, generosamente concessi in prestito.

Rappresentano tre luoghi ancor oggi riconoscibili a Volpedo, testimoniando il forte legame di Pellizza da Volpedo  con il suo territorio e l’amore per la natura.

Tre paesaggi ritrovati di Pellizza da Volpedo

La Clementina è la cascina che compare su uno sfondo dai delicati toni autunnali, dietro il grande albero che stende protettivo i suoi rami. Del quadro si erano perse le tracce dopo l’esposizione alla VIII Biennale di Venezia del 1909; circolavano solo riproduzioni in bianco e nero.

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La Clementina

Gli altri due quadri erano stati esposti l’ultima volta ad Alessandria nel 1954. Pontecastello è lo scorcio, ora non più esistente, di una strada assolata, tra le case di Volpedo, eternata in un abbagliante pomeriggio estivo.

Pontecastello

Mattino d’estate esprime un’atmosfera magica, resa con estrema sapienza nell’uso della luce e del colore, per la ricchezza dei toni e l’effetto delle pennellate stese quasi a macchia, con sovrapposizioni di materia, miste ad altre date con sicuri colpi di pennello.

Questa mostra avvia un percorso che proseguirà con l’esposizione Paesaggi. Realtà Impressione Simbolo, Da Migliara a Pellizza da Volpedo, in autunno al castello di Novara.

Seguirà una mostra monografica nel 2025 alla Galleria d’arte moderna di Milano, nella Villa Reale di Via Palestro, dove, dopo un periodo alle Gallerie del’900, è esposto in permanenza il Quarto Stato.

Si segnala inoltre il docufilm Pellizza Pittore da Volpedo, diretto da Francesco Fei, in cui Fabrizio Bentivoglio interpreta l’artista. L’insieme di queste iniziative è un’importante occasione per conoscere Giuseppe Pellizza da oltre il Quarto Stato, icona internazionale, nel corso degli anni diventata più famosa del suo stesso artefice.

Conoscere Giuseppe Pellizza da Volpedo

Uomo profondo e sensibile, è tra i più grandi artisti europei del suo tempo. Amico di Segantini, con Morbelli e Nomellini sperimenta il divisionismo e la scomposizione del colore.

Accanto al suo quadro più famoso, il Quarto Stato, che ritrae l’ineluttabile avanzata dei lavoratori, molti sono i capolavori in cui rende percepibile la luce del sole nel paesaggio della campagna tortonese. Qui il divisionismo pellizziano raggiunge il suo vertice, quasi anticipando il futurismo.

Dopo la formazione all’accademia di Brera e viaggi in Italia e a Parigi, il pittore torna stabilmente nel paese natale, sistema a studio un locale della casa paterna e si sposa.

È lui stesso ad aggiungere, fin dal 1892, “da Volpedo” al suo cognome, come i grandi maestri del ‘400, firma che userà sempre. Le contrade e il paesaggio volpedese saranno presenza costante nella sua pittura.

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Nel 1891 partecipa alla Prima Triennale dell’Accademia di Brera esponendo Ritratto di mio papà, Ritratto di mia mamma, e Teresa, la giovane che sposa nel 1892. Questi quadri sono ora nello Studio-Museo.

Partecipa a importanti esposizioni internazionali e si dedica a un’ “arte per l’umanità”, che culmina nel lungo e complesso processo creativo del Quarto Stato: iniziato nel 1882 con studi d’ambiente e dei personaggi sulla scena (Piazza Malaspina, Ambasciatori della fame), si conclude tra il 1898 e il 1901, dopo l’ultimo bozzetto preparatorio, Il cammino dei lavoratori.

Ma il mancato riconoscimento del suo capolavoro, in cui domina l’impronta politica e sociale, lo riporta alla natura e realizza quadri di paesaggio puro come Il ponte e Il sole (entrambi del 1904) e il trittico su L’amore nelle età della vita (ultimato nel 1906-1907).

Provato da diversi lutti familiari e dalle incerte prospettive per la sua arte, Pellizza si toglie la vita nel suo studio, all’alba del 14 giugno 1907.

Il borgo di Volpedo

Dopo la visita allo Studio-Museo, è piacevole aggirarsi tra i vicoli e le case di Volpedo, dove si incontrano le riproduzione delle opere di Pellizza nei luoghi stessi dove le ha realizzate.

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Nella piazza del Quarto Stato giganteggia la riproduzione dell’opera che ha dato all’artista fama mondiale.

Dallo Studio-Museo, si raggiunge l’antica Pieve romanica, di mistica bellezza.

La Pieve – Photo Vision

Il fascino della natura. Paesaggi ritrovati di Pellizza da Volpedo nello Studio-Museo Pellizza fino al 22 settembre 2024