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Arte & Cultura,  Life gallery

Niki de Saint Phalle: al Mudec una grande retrospettiva

Tante le opere di grandi dimensioni e significati dell’artista che ama la libertà

Niki de Saint Phalle: è la prima grande retrospettiva ospitata al Mudec di Milano fino al 16 febbraio 2025, dedicata a una ‘donna e artista’ di primo piano, pittrice, scultrice, autrice di film sperimentali, performer femminista di grande creatività.

Nike de Saint Phalle (1930-2002) ha sfidato gli stereotipi di genere attraverso l’arte e ha espresso la propria femminilità, la sensualità e l’amore per la vita nelle sue opere, a un tempo gioiose e struggenti, che popolano piazze, stazioni, parchi portando a tutti esperienze personali profonde e traumatiche, stimolando la partecipazione del pubblico.

Orgogliosa della sua arte e delle sue invenzioni, Nike de Saint Phalle esprime e supera la propria fragilità e denuncia le disuguaglianze e le discriminazioni sociali che ha incontrato nel mondo.

Amo le curve, le sinuosità, il mondo è rotondo, il mondo è un seno”.

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Niki de Saint Phalle_ph.Carlotta Coppo

Passata attraverso le esperienze del movimento femminista e del Nouveau Réalisme, Niki de Saint Phalle è una delle artiste più importanti del XX secolo.

Secondo Lucia Pesapane, curatrice della mostra, “ha saputo, come pochi artisti prima, utilizzare lo schermo ed i media per promuovere … un’arte gioiosa, inclusiva, in grado di veicolare attraverso opere comprensibili e amate da tutte le generazioni un discorso attento alle diversità, non-eurocentrico e non-gerarchico. … la sua opera parla di libertà e di diritti e ci dimostra che ribellarsi è sano, necessario, indispensabile. La sua arte ci offre un rimedio possibile contro l’ingiustizia, un conforto, è un accesso alla bellezza.

Niki de Saint Phalle: la retrospettiva al Mudec

Oltre 100 sono i dipinti e le sculture esposte, anche di grandi dimensioni, oltre a opere su carta, video, vestiti della Maison Dior che ricordano il suo passato di modella.

Le 8 sezioni

1 – Fuoco a volontà: Tirs (1961-1962) sono realizzati sparando con una carabina a sacchetti di pittura predisposti sulla tela, in un processo creativo e catartico con cui reagisce a un tradimento subito, senza cedere a reazioni violente. In mostra alcuni Spari della serie delle “Cattedrali” e degli “Altari”, gesti di creazione collettiva. Con Tirs entra nella scena artistica parigina agli inizi degli anni Sessanta.

2 – Prostitute, streghe, spose, madri, dee: verso una nuova società matriarcale. Dal 1960 collabora con l’artista e compagno di vita Jean Tinguely e crea assemblaggi di oggetti in plastica e tessuto: Spose, Parti, Streghe, Prostitute, gabbie costruite per le donne dalla società patriarcale nel corso dei secoli. In mostra The Lady Sings the Blues (1965), omaggio alla lady del jazz Billie Holiday, pioniera per la difesa dei diritti civili degli afroamericani.

A Jean Tinguely è dedicata in contemporanea una mostra all’ Hangar Bicocca

3a- Nana Power… : realizzate in tessuto, cartapesta e resina colorata, le Nanas sono “la versione pop della Grande Madre dei miti arcaici, moderne Veneri di Willendorf dal corpo abbondante che si espande in una gravidanza cosmica.” Felici e robuste, si fanno sempre più grandi e aprono il loro corpo per diventare Nana-case in cui vivere, sognare o ritrovarsi. Guerriere, muse femministe, donne incinte celebrano il diritto all’uguaglianza di genere.
3b-… e Black Power: le Nanas nere danno voce ai più svantaggiati e trascurati dalla società e protestano contro il ‘maccartismo’ repressivo dei primi anni Cinquanta.

4- Sognare in grande: Il Giardino dei Tarocchi e le opere monumentali: costruito nel 1978, il magico Giardino dei Tarocchi presso Capalbio è un parco con i 22 arcani maggiori, sculture monumentali coperte di mosaici e di ceramiche variopinte. In mostra maquette e litografie delle sculture e La Stella, un prestito eccezionale.

5 –Impegno, giustizia, cura: le Madri divoratrici denunciano le complicità femminili, accanto a opere che difendono i malati di AIDS, quando la malattia era ancora poco conosciuta e tanto stigmatizzata.
Black Heroes rendono onore ai musicisti e agli atleti neri americani

6-. Daddy & Mon Secret: interviste e video rivelano la violenza subita dal padre, ucciso simbolicamente con 17 colpi di fucile in Daddy, una pellicola piena di rabbia, sofferenza e cinismo. Vent’anni dopo ne scrive nell’autobiografico Mon Secret.

7- Oggetti d’incontro, l’invito al dialogo: illustra l’attrazione dell’artista per tutte le culture e mitologie: “Mi hanno nutrito, le ho osservate, ho amato così tante cose diverse, che si tratti di arte messicana, amerindiana, italiana o orientale. …Sono una parte di me stessa. Mi sento unita agli altri esseri umani e alle altre culture”.

8- La regina del deserto californiano: a San Diego nel 1993 Niki de Saint Phalle immagina un parco di sculture in onore di una divinità femminile, Queen Califia’s Magical Circle. Attorno alla dea Califia otto totem rappresentano gli animali simbolo della cosmogonia mesoamericana. Tre di questi sono in mostra. L’impegno per l’ambiente, la difesa degli animali ed l’eco-femminismo caratterizzano anche le ultime opere.

24 ORE Cultura pubblica il catalogo Niki de SaintPhalle e ristampa Il mio segreto, il libro dell’artista, da tempo introvabile.

Al Mudec di Milano invitiamo alla danza con le Nanas di Niki de Saint Phalle.

www.mudec.it