Natura in un clic: gli incanti di Davide Biagi
Un fotografo naturalista che ci regala un pieno di bellezza
Natura in un clic. Mille e una foto “antidoto” da ammirare sul sito del fotografo naturalista Davide Biagi. Per fare il pieno di bellezza
L’incanto della natura in un clic. Alla ricerca della bellezza perduta. Gli esperti lo dicono: anche solo guardare cose belle può essere d’aiuto in tempi di quarantena da Coronavirus.
E allora oggi vogliamo invitare i lettori a visitare il sito www.davidebiagi.com del fotografo naturalista Davide Biagi,
grande amico di Sensi del Viaggio.
Un sito che l’artista ha completamente rinnovato con 8 gallery di immagini scattate in Italia e all’estero: dalle nostre Alpi al Parco Nazionale d’Abruzzo, dalla Camargue alla Finlandia, dal Sudest asiatico alle Isole Svalbard. Immagini rasserenanti per il cuore e per la mente che trasmettono un grande senso di armonia.
Ma chi è Davide Biagi?
Natura in un clic: Davide Biagi
Nella biografia lui si descrive così:
«Milanese di nascita, mi appassiono alla fotografia ai tempi del liceo. Il primo acquisto di una macchina reflex digitale avviene nel 2009.
Negli anni successivi sperimento un po’ tutti i vari generi fotografici: dal fotoreportage allo street, dal food al matrimonio. Nel 2014 scelgo di dedicarmi totalmente al settore naturalistico, quello che più mi coinvolgeva, inizio così a seguire workshop e viaggi fotografici con grandi maestri del genere.
Ad oggi posso contare diversi premi in concorsi nazionali e internazionali, esposizioni in gallerie d’arte e collaborazioni con riviste.
Nel 2019 mi sono trasferito in Trentino Alto Adige guidato dall’amore per la natura e organizzo workshops sull’Altipiano di Folgaria, Lavarone e Luserna (Alpe Cimbra).
Adoro immergermi, molte volte rifugiarmi, lontano dal caos e dallo stress cittadino e condividere le emozioni che provo quando mi imbatto in un animale selvatico o in un paesaggio mozzafiato».
Natura in un clic, alcuni commenti autorevoli
«Per un artista il cielo stellato è dovunque, in un bosco innevato come nella corsa di un daino o nella sosta di una volpe accanto a una legnaia.
Le ali di una farfalla, uno stormo di uccelli sorpresi in volo nella notte, un paesaggio invaso da una tormenta di neve sono altrettante mappe celesti; pali e fili della luce popolati di uccelli in sosta sono pentagrammi che un musicista saprebbe tradurre in suoni.
Il mondo di Davide Biagi sta in queste coordinate: fotografo di eventi naturali per vocazione, affamato (forse nemmeno lui sa perché) di tutto ciò che è solitaria bellezza,
di tutto ciò che lo obbliga ad alzarsi d’inverno, in piena notte, per mettersi in viaggio a caccia di quello che ancora non sa, anche lui cerca l’ordine, la simmetria nascosta, la lingua traducibile nella quale è scritto il mondo.
Non diversamente da come fa uno scrittore, che non può dirsi soddisfatto se il cielo stellato compare nelle pause tra un bombardamento e l’altro, tra un’infamia e l’altra,
e si quieterà solo quando, per un miracolo, perfino un bombardamento o un’infamia assumeranno le sembianze del cielo stellato, quando cioè perfino il disordine lascerà intravedere un barlume dell’ordine che lo precede, e che non è riuscito a cancellare del tutto». Luca Doninelli
«Per definizione, la fotografia ferma attimi. Ma quali attimi propone Davide Biagi in un tempo in cui fissare attimi di vita – la propria, principalmente – è diventato il passatempo preferito dell’umanità?
Lui va romanticamente controcorrente battendo le piste, meno frequentate, dell’incanto naturale. È un Walden tecnologico che insegue i sortilegi improvvisati dalla natura: un effetto di luce, un’apparizione magica nel silenzio, una simmetria di movenze animali.
Si fa testimone di un teatro inconsapevole che guizza con la velocità del lampo o, al contrario, con la lentezza maestosa di un fenomeno atmosferico. Il suo sguardo si pone fuori dalla mischia e scruta il minuscolo, l’appartato, l’inosservato, in attesa dell’epifania poetica,
dell’istante in cui il movimento (la vita) raggiunge una forma di grazia, di armonia. Nel suo caso si può ben dire che la bellezza si dona a chi la sa catturare». Dario Biagi
Natura in un clic: un racconto
«Ci sono racconti che sembrano fatti di istanti accecanti, frazioni così infinitesimali di tempo da somigliare più ad apparizioni, che a uno scorrere ordinato.
Lo sguardo di Biagi indugia con sapienza proprio lì, dentro l’intervallo invisibile che ritma il mondo, fermandone lo stupore. Davide Biagi trasporta lo spettatore in una dimensione quasi fantastica e surreale, con immagini di paesaggi meravigliosi, animali in momenti affascinanti, particolari di natura quasi incantata.
L’abilità di osservatore che lo caratterizza, simile all’istinto posseduto dai soggetti che sceglie, trasforma, scatto dopo scatto, il tempo in un luogo, dove la materia si rivela ammaliante.
L’impressione che ne resta è quella, sorprendente, dello stupore. E d’un silenzio denso, dotato di spessore. La sensazione permane in chi guarda, anche dopo, quando l’immagine scompare. Perché ha segnato, indelebile, la memoria». Silvia Andreoli