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MUNCH. Il grido interiore: a settembre a Palazzo Reale di Milano

MUNCH. Il grido interiore: dal 14 settembre 2024 al 26 gennaio 2025. Palazzo Reale ospita la mostra del grande artista nordico, che torna a Milano dopo 40 anni.

MUNCH. Il grido interiore è una retrospettiva che porta a Milano 100 capolavori, prestati eccezionalmente dal Munch Museum di Oslo, per realizzare la più importante mostra dedicata al genio di Edvard Munch (Norvegia, 1863 -1944).

Il percorso ne racconta l’intera vicenda umana e artistica attraverso opere tra le più famose e iconiche della storia dell’arte.

“Mi nutro della natura, non dipingo quello che vedo ma ciò che ho visto.” Edvard Munch

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Edvard Munch, precursore dell’Espressionismo

Munch è uno degli artisti più rappresentativi dell’arte moderna, un precursore dell’Espressionismo e tra i più grandi simbolisti dell’Ottocento. Nelle sue opere ha espresso con straordinaria intensità le più profonde inquietudini dell’animo umano.

Nella sua arte si riconoscono momenti drammatici della sua vita e le vicende dolorose che lo hanno portato a un passo dalla follia, ma anche a esprimere, attraverso un eccezionale talento, in forma artistica il suo grido interiore.

I volti senza sguardo dei suoi quadri, i paesaggi stralunati, l’uso potente del colore condensano il malessere esistenziale e universale di ogni essere umano.

Munch ha saputo interpretare sentimenti, passioni e inquietudini della propria anima, comunicandoli in maniera potente e tragica, esprimendo così l’angoscia dell’essere umano contemporaneo.

E se alla sua fama di certo contribuirono i celebri furti di due versioni dell’Urlo, poi fortunatamente recuperate, rispettivamente nel 1994 e nel 2004, è indubbio che l’artista oggi sia universalmente riconosciuto come un innovatore dell’arte europea per la sua capacità di rompere gli schemi e sviluppare un uso personalissimo del colore”. Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano .

Per Tone Hansen, direttrice del Museo Munch di Oslo, l’artista norvegese è stato tra i primi a mettere in discussione l’affidabilità della visione, indagando la psicologia.

Per Munch emozioni e sensazioni influenzano la visione, ciò che nelle sue opere porta a un uso libero dei colori, che non tendono al realismo ma a suscitare impressioni, suoni e vibrazioni: l’Urlo trasforma cielo e paesaggio in onde sonore.
Pittore di forti emozioni, intrise di angoscia e malinconia Munch ha anticipato con la sua straordinaria capacità introspettiva tutta l’arte successiva.

Arte e vita

La mostra è un’occasione per scoprire anche il lato umano, privato dell’artista, grazie all’attenzione dedicata ai suoi rapporti con i famigliari, con Tulla Larsen, musa e ossessione, con cui visse una drammatica relazione, con amici intellettuali come Ibsen.

Il percorso, composto da dieci sezioni più una, è un viaggio nell’immaginario di Munch, attraverso opere che mostrano l’indipendenza dalle convezioni pittoriche tradizionali, sia nella scelta dei soggetti che delle tecniche; ad esempio declinando al maschile il tema delle bagnanti.

Emerge anche il solido rapporto dell’autore, esperto di arte Rinascimentale, con l’Italia, Paese che visita e di cui studia e copia i grandi maestri.

A Parigi risente l’influenza di impressionismo e postimpressionistmo che gli suggeriscono un uso del colore più intimo, drammatico con cui esprimere un approccio intensamente psicologico.

A Berlino partecipa alla formazione della Secessione Berlinese e nel 1892 tiene la prima personale, che lo consacra artista eversivo e maledetto.

Sempre sull’orlo di un precipizio, soffre di alcolismo e ha varie crisi, che lo portano al ricovero in case di cura tra il 1908 e il 1909. Vive in isolamento nella sua proprietà di Ekely a Oslo fino alla morte, nel 1944.

MUNCH. Il grido interiore è curata da una delle più grandi studiose dell’artista, Patricia G. Berman, che sottolinea il valore attribuito alla memoria in tutta la sua opera, basata più sulla ricerca del senso della morte che su quello della vita.

Tra le 100 opere potremo ammirare una delle versioni litografiche custodite a Oslo de L’Urlo (1895); e poi La morte di Marat (1907), Notte stellata (1922–19249), Le ragazze sul ponte (1927), Malinconia (1900–1901) e Danza sulla spiaggia (1904).

Il ricco programma che completa la mostra milanese propone eventi in diverse realtà culturali della città, esplorando na molteplicità di linguaggi, dal cinema all’architettura, dalla musica alla letteratura e molto altro.

MUNCH. Il grido interiore è promossa da Comune di Milano – Cultura, con il patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia a Roma, e prodotta da Palazzo Reale e Arthemisia, in collaborazione con il Museo MUNCH di Oslo.

La mostra avrà una seconda tappa a Roma, a Palazzo Bonaparte, dal 18 febbraio al 2 giugno 2025.