Marzamemi, piccolo borgo di pescatori
Chiesa di San Francesco da Paola
Mi sono lasciato alle spalle Capo Passero e sto guidando lungo la litoranea che mi porterà a Marzamemi. E’ una bella giornata di agosto, il sole è caldo ed il cielo è attraversato da qualche piccola sporadica nuvola bianca. Infine eccolo là, il borgo di pescatori adagiato sul pelo dell’acqua. Posteggio fuori dal villaggio e mi dirigo a piedi verso il borgo.
Spesso mi chiedo quale sia l’origine del nome delle località che visito; nel caso di Marzamemi lo si riconduce a due parole arabe: Marsà al hamen, ovvero Rada delle Tortore.
Il borgo è proteso sul mare, con due porti naturali di cui la Balata, è sicuramente il più caratteristico, con il suo degradare fino al pelo della superficie del mare, facendola assomigliare ad una piazzetta e le barche ormeggiate che sembrano dover salire sul selciato; ed è proprio questa caratteristica che fa sì che si abbia la sensazione di non essere sulla terra ferma, ma quasi di galleggiare sull’acqua. Acqua che quando sale invade in parte la Balata e ritirandosi lascia le alghe ad essiccarsi sul selciato.
La storia di Marzamemi risale intorno all’anno mille, al tempo della dominazione degli Arabi che costruirono qui una grande tonnara, per secoli la più importante della Sicilia.
La Marzamemi che conosciamo oggi, però, inizia a formarsi intorno alla seconda metà del ‘600 ad opera della Famiglia Villadorata, che qui si insediò ed iniziò una profonda opera di ristrutturazione dell’intero borgo, ampliando e potenziando la tonnara, che nell’800 verrà definita come la migliore del Regno delle due Sicilie, costruendo la Chiesa di San Francesco da Paola e le case dei pescatori. La pesca è sempre stata un’attività molto fruttifera e nel 1912 venne costruito uno stabilimento per la lavorazione del tonno, salato e sott’olio.
Da qui partivano le navi che portavano non solo tonno, ma anche prodotti tipici; non a caso la rotta che univa Marzamemi a Genova ha conosciuto un periodo molto fiorente soprattutto nel commercio del vino. Tutta la storia di Marzamemi gravita intorno alla pesca, e ancora oggi i pochi residenti vivono di questo. Attraverso la Balata, passando tra i tavolini colorati che vivacizzano il colore naturale delle pietre dei muri, sfilo sotto l’arco in pietra ed eccomi in Piazza Regina Margherita, il cuore del borgo. Qui posso ammirare le facciate delle due chiese dedicate a San Francesco da Paola, la nuova e la vecchia, il Palazzo di Villadorata e tutto intorno le case dei pescatori. Probabilmente all’interno della chiesa nuova si sta celebrando un matrimonio, perché fuori, in attesa, c’è una vecchia Lancia Fulvia con i fiori in bella mostra sulla cappelliera posteriore dentro l’abitacolo.
Sarà per la luce del pomeriggio, il bianco della facciata della chiesa, il fascino di un’auto di altri tempi, ma ho la sensazione di essere dentro un film anni cinquanta; in realtà questo borgo è stato scelto da molti registi per le riprese dei loro film, uno dei più famosi è Sud di Gabriele Salvatores.
Cammino lungo i vicoli costeggiati dalle basse case in pietra dei pescatori, la luce che si incunea gioca con il colore delle pietre ed i colori accesi delle sedie e dei tavoli sulla via; oggetti ornamentali fanno bella mostra di sé, adornando appesi i muri delle case.
Passo dopo passo mi ritrovo sulla piazzetta naturale della Balata, dominata dall’edificio della tonnara. Dò un’occhiata al suo interno. I grandi archi ed il soffitto molto alto, rendono ancora più imponente questa antica costruzione, che oggi ospita molte manifestazioni di vario genere e a carattere culturale. Ancora due passi; ho notato un portale semiaperto che mi incuriosisce. Mi affaccio oltre la soglia ed ecco davanti a me un cortile che non ti aspetti, sovrastato e protetto da due rigogliosi alberi dai tronchi a tratti contorti. Un gatto, seduto sulle zampe posteriori, si gode l’ombra generata dalle chiome; si volta verso questo intruso che viene a disturbare il suo relax, mi osserva e poi con eleganza si gira sulle quattro zampe e, tranquillo, se ne va. Sono di nuovo sulla Balata, il pomeriggio inoltrato distende la sua luce calda sul mare, facendo brillare le barche ormeggiate; è tempo di andare, l’oasi di Vendicari mi sta aspettando…..
Foto e testi di Vittorio Puggioni