Madame Luna: un film di denuncia sul traffico di esseri umani
Nelle sale dal 18 luglio per la regia di Daniel Espinosa
Il thriller-drama Madame Luna, del regista Daniel Espinosa, è nelle sale dal 18 luglio. Una storia potente e cruda che racconta la terribile vicenda di Almaz, giovane donna eritrea diventata trafficante di vite umane. Ma per lei ci sarà redenzione?
Non è un film per animi romantici e persone impressionabili “Madame Luna”, del regista svedese di origine cilena Daniel Espinosa, noto per il suo talento nel ritrarre l’umanità di personaggi moralmente ambigui e controversi.
Dopo il grande successo di critica e pubblico del suo “Easy Money” (2010), e film con star del calibro di Denzel Washington, Ryan Reynolds, Jared Leto (da “Safe House” a “Morbius”) Espinoza ritorna alle origini, realizzando un film intimo e personale, girato interamente tra Calabria e Sicilia – coadiuvato dalla fotografia di Juan Sermiento G. (premiata al Göteborg Film Festival) e le scenografie del premio Oscar Brigitte Broch (storica collaboratrice di Alejandro Gonzàlez Inàrritu e Baz Lurman).
Un film di denuncia che racconta la storia dell’eritrea Almaz, spietata trafficante di esseri umani, nota con il nome di Madame Luna.
Conosce le lingue (anche l’italiano perché il nonno a l’Asmara era il giardiniere di un notabile italiano) ma quando il regime in Libia cade, è costretta a fuggire e intraprendere anche lei il pericoloso viaggio attraverso il Mediterraneo, confondendosi tra i migranti.
Sbarcata in Italia, inizia a collaborare con un’organizzazione criminale che specula illegalmente sul sistema dell’accoglienza. La scalata verso il potere sembra compiuta ma l’incontro con la giovane Eli, che la riconosce e chiede aiuto per il fratello bloccato in Libia, la costringerà a fare i conti con le ombre del suo passato, per scegliere, ancora una volta, da che parte stare. E la domanda diventa: è possibile redimersi dal male?
Un “viaggio” cinematografico che solleva un velo sulla cruda realtà dell’accoglienza ai migranti. Ispirato a fatti realmente accaduti, il film racconta la storia di questa giovane donna eritrea, che pur di andare avanti, comincia a collaborare con la criminalità locale, che specula con profitto sul sistema dell’accoglienza.
Ma questo cambio di prospettiva la porterà subito a decidere da che parte stare.
Madame Luna: il cast
«È stato incredibilmente stimolante tornare a lavorare a un cinema della realtà, dopo quasi dieci anni in America, lasciarsi ispirare dai volti di attori non professionisti, dalla verità e ricchezza dei luoghi reali, questo è il linguaggio con cui ho iniziato la mia carriera, è stato un ritorno alle mie radici», racconta il regista Espinosa.
La sceneggiatura di “Madame Luna”, scritta da Maurizio Braucci (già autore di film come “Gomorra”) insieme a Suha Arraf e lo stesso Espinosa, prende spunto dalle numerose testimonianze raccolte da chi ha percorso il pericoloso viaggio verso l’Europa, concentrandosi soprattutto su quello che succede una volta sbarcati in Italia: la gestione dei grandi centri di prima accoglienza, il caporalato e il lavoro in nero nei campi, le storie di vita che si intrecciano.
Con uno sguardo consapevole e senza indulgenza, Espinosa racconta un mondo dove i confini tra bene e male, vittima e carnefice non sono mai perfettamente definiti.
Nel cast, prevalentemente al femminile, spiccano le giovanissime Meninet Abraha Teferi e Hilyam Weldemichael, entrambe italiane con origine eritrea e alla loro prima esperienza su un set, insieme all’attrice Claudia Potenza, e a Emanuele Vicorito e Luca Massaro.
Il film è una coproduzione tra Svezia e Italia, prodotto da Momento Film con Rhea Films, Hercules Film Fund, in co-produzione con Dugong Films, con il contributo del Ministero della Cultura Italiano e dello Swedish Film Institute, con il supporto della Fondazione Calabria Film Commission e della Sicilia Film Commission.
Presentato in anteprima il 16 luglio al 70° Taormina Festival, è distribuito da Europictures nelle sale a partire dal 18 luglio.