Machu Picchu e gli Imperi d’oro del Perù al Mudec di Milano
Inaugurata l’8 ottobre al Mudec di Milano, Museo delle culture, la mostra “Machu Picchu e gli Imperi d’oro del Perù”. In mostra 3000 anni di civiltà dalle origini agli Inca”, fino al 23 febbraio 2023.
Un viaggio nel tempo che traghetta il pubblico indietro nei millenni raccontando la storia di una civiltà tanto gloriosa quanto remota e di cui si conosce generalmente solo l’ultimo epigono, la Cultura Inca.
Il Perù dell’età antica ha accolto invece civiltà potenti e sofisticate- tra quelle presentate in mostra la Cultura Chavin (1250 a. C. – 100 d.C.) , la Cultura Nazca (100 – 600 d.C.), la Cultura Moche (100 – 800 d.C.), la Cultura Chimu (1100 – 1470 d.C.), la Cultura Inca (1438 – 1532 ca d.C.).
Sviluppatesi in una regione morfologicamente molto varia: ad ovest la stretta e arida fascia costiera bagnata dal Pacifico; procedendo verso est l’area montuosa delle Ande che vede succedersi catene parallele con vette ben oltre i 6000 frammezzate da valli ed altopiani, a ridosso della quale sorge la zona tropicale amazzonica.
Machu Picchu e gli Imperi d’oro del Perù: al Mudec, in un’esperienza immersiva molto efficace
Il percorso della mostra si dipana tra video, ricostruzioni in 3D di ambienti e diversità, intrecciandosi all’esposizione di più di 170 splendidi manufatti provenienti dal museo LARCO di Lima.
Sculture di pietra, incisioni lignee, recipienti, tessuti , oggetti in oro e argento sono i “libri” di valore altamente simbolico attraverso cui gli uomini e le donne delle società andine, non avendo una lingua scritta, comunicavano le storie, le credenze e i rituali della loro comunità.
Si parte dalla cittadella di pietra, fortezza nella foresta amazzonica, Machu Picchu (nella lingua quechua significa “vecchia montagna”), in una vera e propria simulazione di volo che introduce ad un panorama andino mozzafiato.
A 2.430 sul livello del mare e a metà strada tra le Ande e la foresta amazzonica, l’ubicazione di Machu Picchu era un segreto militare, ben custodito.
Infatti era invisibile dal basso per gli enormi dirupi che la circondano. Costruita dagli Inca all’apice della loro potenza verso la metà del sec XV , venne abbandonata dopo la conquista spagnola del 1532 e cadde nell’oblio per ben quattro secoli, entrando nella leggenda.
Si suppone che fosse un osservatorio astronomico, centro religioso e residenza estiva per l’imperatore e la nobiltà Inca.
Patrimonio dell’Umanità Unesco
Nel 1911, Hiram Bingham, professore dell’università di Yale, la scoprì grazie alle indicazioni della popolazione locale. Dal 1983 il sito è stato dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità ed eletto nel 2007 come una delle sette meraviglie del mondo moderno.
Una maschera funeraria in rame con artigli di felino e ornamenti a forma di serpente fa rivivere le gesta dell’eroe mitologico della Cultura Moche, il “capo” Ai Apaec.
Capace di dominare le forze della natura, egli affronta una serie di trasformazioni che gli permetteranno di attraversare mondi diversi, cardini della cosmologia moche: il Mondo di Sopra, il Mondo del Qui ed Ora -o Mondo di Mezzo, dove le persone vivono e lavorano, e infine il Mondo di Sotto, il mondo dell’oceano, il mondo sotterraneo, la terra degli antenati, dove vanno le persone quando muoiono.
Alla fine dell’ultimo attraversamento, Ai Apaec sfinito muore. Poi rinasce, e si unisce alla Madre Terra, Pachamama , assicurando la continuità e l’equilibrio dei cicli vitali.
Manufatti d’oro e d’argento, pietre preziose e raffinati tessuti ci conducono all’incontro con gli antenati che si presentano al visitatore nell’abbigliamento con il quale furono seppelliti.
I signori e le signore, i re e le regine, gli imperatori del mondo andino incarnavano gli dei.
L’oro e l’argento che indossavano dava loro il potere di canalizzare l’energia del sole, della luna e delle stelle, al punto che i metalli venivano scelti non per il loro valore monetario ma per ciò che rappresentavano per l’intera comunità.
Al Mudec un anno intero di cultura andina con il palinsesto L’ANNO DEL PERÙ.