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Gusto

Lungo le strade dei Musei del Cibo del Parmense

Parma e l’antica cultura alimentare

I Musei del Cibo del Parmense offrono esperienze che coinvolgono tutti i sensi, attraverso un viaggio nella bellezza, nella storia, nella tradizione contadina e in quella dell’industria agro-alimentare, che in questa terra ha profonde radici.

A Parma sono nati e si producono prodotti agro-alimentari di altissima qualità, famosi nel mondo: Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma,  Culatello, Salame Felino, Coppa di Parma, Vini dei Colli di Parma, Pasta, Pomodoro, fungo Porcino di Borgotaro, Tartufo nero di Fragno ed altre produzioni tipiche.

Qui fare turismo eno-gastronomico significa percorrere gli “Itinerari dei vini e dei sapori”, gli “Itinerari del gusto” attraverso boschi, campi e colline disseminate di borghi e città ricche di  infinite attrazioni culturali e artistiche.

Parma e la cultura alimentare

Al centro della pianura solcata dalle lente acque del Po, in un  territorio scandito da filari di alberi e corsi d’acqua, si trova una zona in cui la fertilità del suolo, le antichissime tradizioni e l’intraprendenza dell’uomo hanno favorito la nascita e lo sviluppo di prodotti alimentari d’eccellenza.

Tra  Parma, Reggio Emilia e Modena si concentrano oggi le maggiori produzioni di salumi tipici, formaggio Parmigiano Reggiano, pasta e conserve vegetali del Paese.

E Parma è il centro per la presenza di eccellenze gastronomiche di livello mondiale, dove la creatività applicata all’alimentazione favorisce lo sviluppo economico.

Una lunga storia

Fin dall’epoca romana i  prosciutti qui prodotti e stagionati sono ricercati e apprezzati  in tutto l’impero.

Nell’alto-medievale i monaci Benedettini mettono a punto il processo di produzione del formaggio Parmigiano Reggiano, ancor oggi in uso.

Nell’Ottocento  a Parma si sviluppa la più forte industria alimentare di trasformazione del pomodoro, favorendo la posa  di 177 chilometri di binari di tramvie a vapore a scartamento ferroviario per collegare i principali siti produttivi alla rete ferroviaria nazionale e al porto fluviale sul Po.

Nel 1877 nasce la panetteria Barilla, da cui ha origine l’industria oggi leader mondiale nella produzione della pasta.

L’industria conserviera del pomodoro nasce negli anni Sessanta dell’Ottocento e   negli anni ’20 del Novecento  conta  una settantina di aziende col tempo  destinate alla leadership nel settore.

A ciò si aggiungono i “Funghi della Val Taro” ed il “Tartufo Nero di Fragno” e gli inconfondibili vini del Parmense: la frizzante Malvasia ed il Lambrusco della Bassa.

Il XX secolo vede la nascita   della Stazione Sperimentale delle Conserve Alimentari, della Mostra delle Conserve (da cui nascerà l’odierno Cibus – la Fiera internazionale dell’Alimentazione) e dei Consorzi di tutela dei prodotti tipici (Parmigiano, Prosciutto, Culatello).

Dal 2003 Parma è  sede dell’EFSA (Authority Europea per la Sicurezza Alimentare) e nel 2015 l’UNESCO la dichiara   “Città creativa della gastronomia”.

Lungo le strade dei Musei del Cibo

Accanto ai luoghi della produzione, nascono i Musei del cibo che raccontano la storia e fanno conoscere i particolari  pregi di ciascun prodotto: Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma, Salame Felino, Conserve di Pomodoro, Pasta e Vino dei Colli, funghi di Borgotaro, tartufi di Fragno.

I Musei  valorizzano i luoghi di produzione tipica presenti e attivi sul territorio, fonte di ricchezza per l’economia locale e nazionale e li fanno conoscere ai giovani attraverso le attività rivolte alle scuole, contribuendo a orientare verso le molteplici professionalità connesse nell’ambito della produzione, della distribuzione, della promozione attraverso il turismo eno-gastronomico, che diffonde la consapevolezza dell’importanza che questo prodotti hanno sul piano storico e culturale.

Gastronomia e arte nella Food Valley: Musei del cibo

I percorsi espositivi dei Musei del cibo sono  particolarmente coinvolgenti ed emozionali: coinvolgono tutti i sensi, dalla vista al gusto attraverso  la degustazione e l’acquisto dei prodotti, di pubblicazioni  e di merchandising dedicato.

Mostrano storia, documenti, macchine ed attrezzi per la lavorazione, manifesti pubblicitari  e illustrano la  grande bellezza di un territorio ricco di Castelli, Cattedrali e Pievi della Via Francigena, templi della musica e  memorie verdiane, parchi naturali e stazioni termali…

Nei Musei del cibo si ritrovano testimonianze artistiche e letterarie  dell’antico  amore per il buon mangiare tipico di questi luoghi. Così Omero nell’Odissea, celebra  le origini del prosciutto: «Euméo porse a Odisseo, dono d’onore, le lunghe àriste / Del porco candide zanne, e rallegrò il cuore del sire».

Benedetto Antelami (XII secolo) mostra come si effettua l’asciugatura dei salami e delle salsicce in una cucina medievale nella formella dell’Acquario, nel meraviglioso ciclo zodiacale del Battistero del Duomo.

Nel ‘300 Giovanni Boccaccio pone al centro del Paese di Bengodi una montagna di Parmigiano grattugiato dalla quale rotolano, verso fiumi di Vernaccia, ottimi ravioli.

Nella mensa delle monache, affresco del XIV secolo del Museo della Camera di San Paolo, sono apparecchiati  i cibi oggi celebrati nei musei.

Nel Parmense, Terra dei Sapori, entriamo in contatto con il ciclo creativo di questi prodotti, gustiamoli  e passeggiamo tra  castelli,  musei,  pievi, parchi,  fiumi, colline e  monumenti che arricchiscono questo territorio.

Per costruire il proprio itinerario tra i Musei del cibo: www.museidelcibo.it/info-pratiche/organizza-il-viaggio/