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Spettacoli

L’impero: il bene e il male si scontrano in un villaggio francese

L’impero, di Bruno Dumont, è interpretato da Brandon Vlieghe, Anamaria Vartolomei, Lyna Khoudri, con la partecipazione di Camille Cottin e Fabrice Luchini. Il film sarà nelle sale dal 13 giugno

In un villaggio francese della Côte d’Opale si scontrano due forze aliene, gli “uno” e gli “zero”, l’una espressione del bene e l’altra del male.

I loro esponenti vivono tra i pescatori e le loro famiglie sotto la parvenza di esseri umani; ma nonostante l’aspetto dimesso sono pronti a scatenare la battaglia finale.

Oggetto della contesa è il piccolo Freddy, figlio del pescatore Jony, nato dall’unione tra un extraterrestre e un’umana, la cui potenza distruttiva va disinnescata finché è ancora piccolo e debole.

Per questo la principessa Jane, dell’impero degli “uno” giunge sulla terra per salvare gli umani dal male che potrà scatenarsi quando Jony farà crescere il suo erede come sovrano delle forze oscure.

L’Impero: fantascienza o satira sociale?

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L’impero crea una curiosa commistione, non sempre riuscita, tra la fantascienza alla Star Wars e la satira sociale: con una spada laser che ricorda quella degli eroi di Guerre stellari, impugnata in modo piuttosto puerile, viene eliminata la madre del piccolo Freddy, umana ma compromessa con le forze del male.

La battaglia tra forze opposte mette in campo anche straordinarie astronavi immerse nelle acque del mare o nel buio dell’ universo.

All’interno richiamano l’una le volte e le vetrate vertiginose della Sainte Chapelle di Parigi e l’altra i sontuosi saloni della Reggia di Caserta. Forse le forze aliene apprezzano l’arte e la bellezza prodotte dagli umanai, pur nella loro pochezza e incapacità di prendere in mano le redini del loro destino…

Tutti i personaggi hanno aspetto assolutamente comune, ma la maggior parte di loro hanno solo sembianze terrestri e in realtà fa nno parte delle fazioni interstellari degli “uno” e degli “zero”.

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Bruno Dumont, già professore di filosofia, ha vinto il Premio Jean Vigos con il suo primo film L’età inquieta (1997). Con L’umanità (1999) e Flandres (2006) ha ottenuto il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes.

Tipico della sua filmografia è il gusto per la satira sociale e la predilezione per le zone costiere del nord della Francia, in cui ambienta le sue storie.

Distribuzione Academy Two