Il Museo del Prado. La Corte delle Meraviglie, il docu-film.
I segreti di una delle gallerie più stupefacenti al mondo
In occasione del duecentesimo anniversario della fondazione del Museo del Prado (19 novembre 1819), 3D Produzioni e Nexo Digital presentano nei cinema, il 15-16-17 aprile, il docu-film “Il Museo del Prado. La Corte delle Meraviglie”, con la partecipazione straordinaria di Jeremy Irons, voce narrante. Soggetto di Didi Gnocchi, autrice di numerosi documentari su personaggi e temi della cultura; sceneggiatura di Sabina Fedeli e Valeria Parisi, che ha curato anche la regia.
Le autrici raccontano il linguaggio universale dell’arte, che non ha passaporti limitanti, ed è aperto a tutti coloro vogliano esplorarlo.
La nascita del Prado risale al 1785, anno in cui Carlo III di Borbone incaricò l’architetto di corte Juan de Villanueva di progettare il Gabinete de Historia Natural, trasformato invece nel Museo, che oggi, tra i più importanti del mondo, conserva 7000 opere di cui 1700 esposte.
Attraverso la sua storia è possibile ripercorrere la tormentata storia della cattolica Spagna a partire dalla nascita della monarchia nazionale, con il matrimonio fra Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona nel 1469, e poi dell’immenso impero di Carlo V nel 1519, di cui facevano parte anche il Regno di Napoli e di Sicilia e la Sardegna, e successivamente il Ducato di Milano (1535-1714).
La Spagna dunque – mostra il docu-film – attraverso i secoli, tra le nazioni protagoniste della storia europea (e non solo,vista l’estensione dei suoi possedimenti) fino ad arrivare alle drammatiche vicende del 1900, in particolare alla guerra civile (1936-39).
Storia di un Paese e di un popolo, legate strettamente alla storia dell’arte, della letteratura, del teatro, della società e della cultura più in generale.
Basti pensare al Siglo de Oro da metà del 1500 a metà del 1600 con Lope de Vega, Cervantes e Calderón de La Barca e, nel Novecento, agli intellettuali della Generazione del’27, da Buñuel a Garcia Lorca a Dalí, e agli artisti in esilio ai tempi della dittatura franchista, grandi frequentatori del Museo.
Nel docu-film vengono mostrati diversi luoghi ed edifici a testimonianza del passato: oltre al Prado, a Madrid si vedono il Palacio Real, il Convento Descalzas Reales, la Casita del Principe, il Real Monasterio del Escorial, il Real Jardín Botanico, Il Real Monasterio de Yuste, il Barrio de las Letras, la Residencia de Etudiantes.
Altri edifici storici della Spagna, ma anche di Venezia (tra cui la Casa di Tiziano) e di Napoli (Gallerie d’Italia).
Capolavori del Prado
I capolavori raccolti nel Prado, che rimandano a vite pubbliche e private, provengono quindi dal passato, frutto di acquisti, conquiste, scambi, ad opera dei vari regnanti che hanno scelto però solo ciò che amavano, a iniziare dalla collezione pittorica dello splendido Salon de Reinos (Sala dei Regni), edificio del 1600, oggi vuoto, ma appartenente al Museo, che ha affidato il compito di renderlo di nuovo vivo all’architetto inglese di fama mondiale Lord Norman Foster.
Il ruolo delle donne
Particolare attenzione è rivolta al ruolo delle donne e delle artiste nel 1500-1600; persino alle regine era vietato vedere i dipinti che rappresentavano i nudi e alle pittrici venivano riservati soggetti legati alla vita domestica, per esempio le splendide nature morte della pittrice fiamminga Clara Peteers , che riuscì però a dipingere dei micro-autoritratti all’interno delle sue opere, rivendicando il ruolo femminile nell’arte.
Una posizione di rilievo fu quella ottenuta da Sofonisba Anguissola (1532-1625), che grazie al suo talento, apprezzato da Michelangelo e da van Dyck, e alla sua competenza letteraria e musicale, dal 1559 al 1568 fu dama di corte della regina Elisabetta, consorte di Filippo II di Spagna e ritrattista della famiglia reale (“Elisabetta di Valois che tiene il ritratto di Filippo II” e “Felipe II”).
Il docu-film, che mostra anche preziosi materiali d’archivio, riporta le testimonianze di vari esperti del Museo e di intellettuali ed artiste come Laura García-Lorca, nipote del poeta, la fotografa Pilar Pequeño, la ballerina di flamenco e coreografa Olga Pericet, l’attrice e scrittrice Marina Saura, figlia del pittore e scrittore Antonio Saura (193-1998), che definiva il Prado “un tesoro di intensità”.