IDDU, l’ultimo Padrino: nei cinema il 10 ottobre
IDDU, ossia lui, l’innominabile e introvabile per decenni: Matteo Messina Denaro. Un film di morte e di morti. Nelle sale dal 10 ottobre. Un film di di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza
Sicilia occidentale, primi anni del nuovo secolo. Dopo alcuni anni in prigione per mafia, Catello, politico di lungo corso, ha perso tutto. Quando i Servizi Segreti italiani gli chiedono aiuto per catturare il suo figlioccio Matteo, ultimo grande latitante di mafia in circolazione, Catello coglie l’occasione per rimettersi in gioco. Uomo furbo dalle cento maschere, Catello dà vita a un unico quanto improbabile scambio epistolare con il latitante: un azzardo che con uno dei criminali più ricercati al mondo comporta un certo rischio.
Ma c ‘è una storia vera dietro ed è questa questa: il capomafia Matteo Messina Denaro, che era per la rivista americana Forbes il terzo latitante più ricercato al mondo, annoverava decine di morti e stragi come quelle che hanno sconvolto l’Italia nel 1992 e nel 1993.
“Con le persone che ho ucciso”, si vantava prima della latitanza, “potrei riempirci un mio cimitero privato”. Poi ha evitato inutili esibizioni. Ponderazione, mimetismo, complicità pervasive all’interno del suo territorio, i pilastri della sua invisibilità.
Nell’autunno del 2004 ha inizio il carteggio tra lui e un ex sindaco del suo paese d’origine, incaricato dai servizi segreti italiani di dar vita a una corrispondenza epistolare con il capomafia latitante, sfruttando l’antica consuetudine familiare fra l’ex sindaco e il padre di Matteo, il boss mafioso Francesco Messina Denaro.
Grazie allo scambio di questi messaggi (i famosi “pizzini” dei mafiosi) tra il latitante e l’ex sindaco, gli investigatori individuano la rete di “postini” che proteggono e favoriscono la latitanza del boss.
Sembra che la sua cattura sia a portata di mano, ma nel 2006 la corrispondenza s’interrompe perché, come troppo spesso succede in Sicilia, un servitore infedele dello Stato, coinvolto nelle indagini su Matteo, svela alla stampa la collaborazione dell’ex sindaco con i servizi segreti e Matteo s’inabissa facendo nuovamente perdere le proprie tracce, fino al gennaio 2023 (per quasi altri venti anni!) quando è arrestato in una clinica palermitana, dove da due anni era in cura per un tumore all’intestino che lo porterà alla morte otto mesi dopo l’arresto.
Porta con sé nella tomba molti segreti, fra i più torbidi della storia recente d’Italia.
La narrazione filmica
La narrazione filmica si apre invece all’interno di un casolare dove Messina Denaro ( interpretato benissimo dall’eclettico Elio Germano) assiste agli ultimi attimi di vita del genitore, per poi sostituirlo scavandosi da solo la propria tomba con un’esistenza sciagurata.
Il futuro boss infatti rinuncerà alla vita con una ferrea latitanza che non prevede libertà. Lo stesso Catello (interpretato nel modo perfettamente gigionesco cui ci ha abituato Toni Servillo) è quasi un morto che cammina. Ma anche gli altri attori sono tutti bravi, ”caricati” da una regia che spinge sul grottesco, creando maschere capaci di reinterpretare gli stereotipi mafiosi con una fare quasi da commedia dell’arte.
Si noti che i registi hanno iniziato a sviluppare Iddu nel 2020, cioè tre anni prima dell’arresto di Matteo Messina Denaro. Ciò che si è venuto a scoprire della sua vita dal momento dell’arresto in poi ha confermato le intuizioni avute negli anni di studio di questa figura, quando per l’opinione pubblica il latitante era un fantasma indecifrabile e si dubitava perfino che fosse ancora in vita.
Le lettere di Matteo Messina Denaro avevano aperto infatti uno squarcio sorprendente e inaspettato sull’intimità di questo famoso criminale che sembrava coltivare buone letture – confermate dalla quantità di libri trovati nei suoi ultimi covi – e inclinazioni cinefile.
“Oggi mi ritrovo ad aver letto davvero tanto, essendo la lettura il mio passatempo preferito”, scriveva. I ‘pizzini’, infatti attraverso i quali gestiva la sua vita in clandestinità e i suoi affari mafiosi, trascendevano la loro funzione pratica di comunicazione criminale, mostrando un certo gusto per l’uso del linguaggio e la capacità di modulare il tono e la lingua a seconda dei diversi destinatari.
IDDU: la sceneggiatura
La sceneggiatura di Iddu trae libera ispirazione proprio dai suoi pizzini e in particolare da quelli del carteggio del 2004 dando luogo a una commedia nera, tragica e ridicola.
Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, registi e sceneggiatori, esordiscono nel 2013 con il film Salvo, che conquista la Semaine de la Critique del Festival di Cannes vincendo il Gran Prix e il Prix Révélation. Distribuito in venti Paesi, il film si aggiudicherà anche il Nastro d’Argento per la Miglior Fotografia e il Globo d’Oro per la Migliore attrice.
Nel 2017, Grassadonia e Piazza tornano a Cannes con Sicilian Ghost Story, selezionato come film d’apertura della Semaine de la Critique.
Il film, in precedenza già premiato con il Sundance Institute Global Filmmaking Award per la sceneggiatura, vince il David di Donatello per la Miglior Sceneggiatura non originale oltre ai Nastri d’Argento per la Miglior Fotografia e la Miglior Scenografia.
Il film ha partecipato ai più prestigiosi festival internazionali ed è stato distribuito in tutto il mondo.
Iddu gli attori: TONI SERVILLO, ELIO GERMANO, DANIELA MARRA, BARBORA BOBULOVA, GIUSEPPE TANTILLO, FAUSTO RUSSO ALESI e ANTONIA TRUPPI – distribuzione http://www.01distribution.it