HIV: come siamo messi?
La prevenzione social
HIV: come siamo messi?
Di AIDS si parla meno – forse non fa più notizia – ma non è scomparso, anzi. Se i numeri più recenti relativi alla diffusione dell’HIV segnalano infatti una diminuzione nel numero dei contagi e dei decessi, i cambiamenti negli stili di vita e nei comportamenti favoriscono la diffusione dell’infezione con modalità che conducono spesso alla scoperta della sieropositività quando il sistema immunitario è oramai fortemente compromesso.
E’ stato sottolineato lo scorso 29 settembre da Arcobaleno AIDS e Anlaids (sezioni Lazio e Lombardia) che, con il contributo non condizionato di Gilead Science (società biofarmaceutica basata sulla ricerca e impegnata nella scoperta, sviluppo e commercializzazione di terapie innovative in aree terapeutiche nelle quali vi siano ancora esigenze mediche non soddisfatte), hanno presentano “HImoVie”, prosecuzione della campagna di prevenzione su HIV e malattie sessualmente trasmissibili iniziata nel corso dello scorso anno, oggi ampliata attraverso un’ampia attività “social”.
Il Professor Massimo Galli – Vicepresidente di Anlaids Lombardia e Direttore Dipartimento Infettivologia A.O. Sacco – afferma che: “La trasmissione tramite rapporti eterosessuali risulta essere la più comune (43%), seguita dalle infezioni contratte mediante rapporti sessuali tra maschi (40%). La fascia di età più colpita è quella compresa tra i 30 e i 39 anni con il 32% dei casi ma il 20% di nuove infezioni diagnosticate in persone di età compresa tra i 20-30 anni non consente rassicurazioni sulla possibile precocità del contatto con il virus, in special modo nei maschi che hanno rapporti omosessuali.”
La migliore strategia per combattere il diffondersi dell’infezione è senza dubbio la prevenzione
Per contrastare queste dinamiche, Arcobaleno AIDS e Anlaids, ritengono indispensabile avviare campagne di sensibilizzazione. Il dottor Massimo Ghenzer, Presidente di ANLAIDS Lazio conferma: “Oggi più che mai è importante informare e tutelare particolarmente i nostri giovani sui comportamenti corretti da adottare per evitare l’infezione da HIV e ancora di più farlo in sinergia con altre Associazioni che perseguono gli stessi obiettivi”.
Dello stesso avviso è anche Simona Malpezzi, membro della VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione, che dichiara: “la conoscenza é una delle prime forme di prevenzione e diffondere la conoscenza é il miglior modo per intervenire sugli studenti rendendoli consapevoli dei rischi che possono correre con comportamenti scorretti. L’iniziativa ben si colloca nell’ ambito di quei progetti che le scuole già sviluppano nei percorsi di educazione alla salute “. La scuola è il luogo privilegiato dove attivare forme di coinvolgimento diretto degli studenti e dei docenti anche attraverso l’uso dei social media, ampiamente utilizzati dai giovani.
In questo contesto si inserisce il progetto HImoVie, un’iniziativa pensata come strumento di attivazione di meccanismi di comunicazione e interazione tra i giovani. Diversi i punti focali dell’operazione: innanzitutto la messa in scena, da parte della compagnia TeatroSequenza, di una pièce teatrale destinata ai ragazzi e ispirata al testo “Vivere la sieropositività”. Il Professor Pietro Altini, Presidente di Arcobaleno AIDS, spiega: “Lo spettacolo nasce dai racconti di venti ragazzi sieropositivi che hanno contratto il virus dell’HIV alla nascita, dalla madre sieropositiva, oppure attraverso un rapporto sessuale non protetto. Perché raccontare le loro storie? Perché avere paura del virus o convincersi che l’AIDS non riguardi noi ma solo gli altri, non fa altro che esporci di più al rischio di infettarci. La pièce teatrale cerca, prendendo per mano il giovane spettatore e utilizzando un linguaggio semplice ed a volte comico, di farlo riettere su che cosa signica essere un giovane positivo all’HIV, quali sono le problematiche che deve arontare nella vita quotidiana e nella costruzione di relazioni significative nell’ambito familiare, nei rapporti intimi e nell’iter terapeutico.”
Fondamentale in questa edizione del progetto “HImoVie” è la creazione di tre canali social pensati per parlare ai ragazzi dei temi propri della malattia e dei suoi principali aspetti utilizzando non solo il linguaggio a loro più comprensibile ma veicolando un’informazione corretta attraverso quei media che oggi rappresentano il principale strumento d’interazione tra le nuove generazioni.
Facebook, Youtube, Instagram ed un sito dedicato (www.himovie-informa.it) rappresentano quindi i canali attraverso cui HImoVie sotto forma di video, da qui il nome del progetto, comunicherà agli adolescenti invitandoli a partecipare con la propria classe, e a nome della scuola di appartenenza, ad un concorso realizzando e producendo video ed elaborati legati ai temi della prevenzione, della malattia e dei riflessi che questa può avere sulla quotidianità di ciascuno.
www.himovie-informa.it
www.facebook.com/HImoVieinforma