Herat: fragranza dedicata alla poetessa afghana Nadia Anjuman
Un profumo unisex dalle note orientali…per non dimenticare
Herat: fragranza dedicata alla poetessa afghana Nadia Anjuman. Un profumo assolutamente unisex, che danza su note morbide ed orientali…per non dimenticare.
I profumi posseggono il dono dell’evocazione, richiamano attraverso l’olfatto tutti gli altri sensi, allertati in un preciso momento.
Un profumo per ricordare, per destare le coscienze con la speranza che le donne di Herat – la città dei poeti dal triste primato, la più alta percentuale di suicidi femminili – come quelle di tutto il pianeta, non subiscano più violenze e angherie.
Il profumo Herat di Coquillete Paris è infatti dedicato alla poetessa afghana Nadia Anjuman, vittima nel 2005 della follia del marito, un omaggio alla donna divenuta simbolo della lotta alla violenza e al femminicidio.
Le creatrici: Rosa ed Elise
Se Herat è una sorta di pilastro su cui si fonda la mission del brand, il punto di partenza nonché il manifesto che parla di rispetto, ma soprattutto di ricerca della bellezza in tutte le sue forme – e persino nei luoghi più impensabili – è anche fonte di ispirazione per la realizzazione di jus compositi ed evocativi.
Creatrici sono due donne, Rosa Vaia ed Elise Juarros, Coquillete Paris è profumeria d’autore, anzi di due autrici che tramutano i sogni in profumi. E’ durante le creazioni olfattive per vari marchi di moda che la loro aspirazione a sviluppare i propri profumi ha continuato a crescere fino al 2012, quando hanno lanciato il loro progetto. Coquillete è soprannome di Elise di quando era una bambina. Parigi, la città dove Elise e Rosa si sono conosciute e dove il loro sodalizio ha avuto origine.
Il marchio è un brillante connubio tra l’eleganza francese ed il “saper fare” italiano. Coquillete Paris concepisce profumi per uomini e donne di carattere, non conformisti. Elise e Rosa lavorano sulle diverse combinazioni olfattive, con le migliori materie prime che sono scelte con cura per assicurare profumi di alta qualità composti artigianalmente in Italia.
Herat: una composizione originale e sontuosa
L’ispirazione è un concorso di poesia di donne afghane. Herat è una composizione originale e sontuosa dove, fra le note di cuore, emerge l’Hashish afghano, l’oro nero di questo tormentato Paese, ancora diviso tra guerra e poesia. Una composizione accattivante, in cui il tabacco si sposa con il gelsomino e l’incenso, creando una perfetta armonia.
Note di testa: Tabacco Cubano, Gelsomino di Grasse, Ylang Ylang della Polinesia. Note di cuore: Legni, Ambra Grigia, Hashish Afghano, Mirra del Madagascar, Ciste del Marocco, Incenso dell’Oman. Note di fondo: Muschio di Quercia di Cipro, Ambra Grigia, Vetiver Pakistano, Tabacco. Il profumo è racchiuso in una confezione in velluto che diviene un corpo unico con il flacone in vetro, al fine di non esporre la fragranza alla luce solare.
La storia di Nadia Anjuman
Afghana, venticinquenne poetessa e madre di una bambina di soli sei mesi, viene massacrata di botte dal marito, per aver recitato in pubblico suoi versi tratti da un libro di poesie d’amore, Gul-e-dodi, Fiore rosso scuro, scritto prima del matrimonio. È morta per i suoi ghazal, le poesie d’ amore, non erotiche, ma tristi e mistiche, con richiami tradizione arabo-persiana, e scritte per anni di nascosto.
E’ il 4 novembre 2005 quando muore ad Herat, dove le donne si riuniscono la sera, nei locali dell’associazione Ago d’oro, per fare corsi di cucito, ufficialmente, per partecipare a corsi e letture di poesia di fatto. Un professore dell’Università insegna alle donne quello che può insegnare in quel periodo solo agli uomini: la letteratura.
Il marito viene processato, assolto un anno dopo il fatto, e, tornato a casa dopo un breve tempo trascorso in carcere, in cinque anni salda il suo debito con la giustizia e riesce a riottenere il suo incarico universitario. Per le autorità afghane infatti Nadia è morta d’infarto, oppure si è suicidata.
E’ lei la colpevole in ogni caso, non il marito. Nadia è stata una delle tante centinaia di vittime della violenza domestica. Ha lasciato due volumi di poesie: una raccolta di versi, Fiori di fumo, scritta prima di sposarsi e Fiore rosso scuro. Nadia è stata una delle tante centinaia di vittime della violenza domestica.