Guercino – il mestiere del pittore: in mostra a Torino
Guercino uno dei maggiori protagonisti della scena artistica del 600
La mostra dedicata a “Guercino – il mestiere del pittore” – apre a Palazzo Reale di Torino, nelle Sale Chiablese, dal 23 marzo al 28 luglio 2024.
La ricchissima esposizione propone opere spettacolari e di grande originalità, in un periodo di rinnovati studi su Guercino (1591-1666), quel “mostro di natura ”, come lo definì Ludovico Carracci che lo considerava «gran disegnatore e felicissimo coloritore: è mostro di natura e miracolo da far stupire chi vede le sue opere. Non dico nulla: ei fa rimaner stupidi li primi pittori».
Oltre cento opere del Maestro emiliano e di artisti coevi come i Carracci, Guido Reni e Domenichino – provenienti da più di 30 importanti musei, tra cui il Museo del Prado di Madrid e il Monastero di San Lorenzo a El Escorial – insieme all’importante nucleo di dipinti e disegni delle collezioni della Galleria Sabauda e della Biblioteca Reale costruiscono un grande affresco del sistema dell’arte del tempo.
Si racconta l’arte e l’attività di Guercino, dalla sua formazione alla piena maturità, attraverso i capolavori, alcuni ricongiunti per la prima volta, come il ciclo di dipinti commissionati a Bologna da Alessandro Ludovisi.
Guercino è stato uno dei maggiori protagonisti della scena artistica del 600, exemplum perfetto della vita, dell’iter creativo e del mestiere di ogni pittore.
Grazie alla ricchissima documentazione, si segue l’attività della sua bottega, la rete di mentori e intermediari, i rapporti con tanti e diversi committenti: borghesi e nobili, pontefici e prelati, le più prestigiose corti europee.
Il percorso della mostra
Il pittore ci appare quarantenne, fiero e semplice, con gli strumenti del mestiere in mano, nel raro Autoritratto della Schoeppler Collection di Londra, un’opera intima e privata, non inclusa nel suo famoso “Libro dei conti”.
Importante per la formazione è l’incontro con Ludovico Carracci, di cui è in mostra il prezioso olio su rame con l’Annunciazione.
L’osservazione della realtà e la spiccata attenzione per il quotidiano, in analogia con altri artisti come Annibale Carracci, Domenichino e Agostino Tassi, è testimoniata dai disegni giovanili della Biblioteca Reale di Torino e dalle pitture murali di Casa Pannini, .
Nel 1616 Guercino, ormai famoso, apre la sua “Accademia del nudo”, punto di riferimento per molti giovani artisti.
In mostra intenso e suggestivo è il San Sebastiano curato da Irene (1619), dipinto di vivace e intenso naturalismo, che unisce vicenda sacra e vita quotidiana.
Tra le committenze spicca Alessandro Ludovisi, arcivescovo di Bologna e poi papa Gregorio XV.
Tra il 1617 e il 1618 Guercino realizza per Ludovisi e il nipote quattro grandi tele, eccezionalmente riunite dopo quattro secoli nella mostra di Torino: Lot e le figlie (da San Lorenzo a El Escorial), Susanna e i vecchioni (dal Museo del Prado), la Resurrezione di Tabita (dagli Uffizi) e Il Ritorno del figliol prodigo (dei Musei Reali).
La fama dell’artista fa sì che le corti più prestigiose gli richiedano grandi opere. In mostra la splendida tela con Venere, Marte e Amore (1633), Apollo scortica Marsia (1618), l’Assunta (1620), alla quale il pittore era particolarmente legato.
Straordinaria la monumentale pala della Madonna del Rosario dalla Chiesa di San Domenico a Torino, che testimonia il legame di Guercino con il ducato sabaudo.
Guercino: il metodo di lavoro
Con Guercino collabora il fratello, Paolo Antonio Barbieri, specializzato nei dipinti con soggetti “di ferma”, come la Natura morta con bottiglia, frutta e ortaggi. All’interno di elementi naturali già predisposti, Guercino aggiungeva all’ultimo le figure, come nell’affascinante Ortolana, in cui il fratello aveva dipinto bellissimi cesti di frutta e ortaggi.
La prassi della riproposizione dei modelli e l’uso di un repertorio di invenzioni è evidente nelle due versioni di Dio Padre (entrambe del 1646).
Preziosi disegni documentano l’iter creativo e il momento fondamentale dell’invenzione tramite l’opera grafica, come nella Vestizione di San Guglielmo, di cui si ammirano tre degli oltre venti disegni preparatori.
Interessante è la lettura del “listino prezzi” delle opere commissionate, il cui valore variava in base alla tipologia delle figure, alle dimensioni della tela e all’uso di pigmenti preziosi.
Arte, scienza e le grandi donne
Le ultime tre sezioni della mostra sono dedicate ad alcuni temi del tempo, come le novità scientifiche legate al rivoluzionario pensiero galileiano, che accendono l’interesse di committenti, intellettuali e artisti, compreso Guercino, che dipinge il famoso Atlante che regge il globo.
Il “gran teatro della pittura barocca” porta all’estremo il gusto per la rappresentazione degli affetti, la gestualità accesa, la visione ravvicinata in cui Guercino è maestro, sia nelle resa delle figure che nella ricchezza dello sfondo.
La resa teatrale delle tensioni, dei drammi e delle passioni si coglie in una carrellata sorprendente di grandi eroine del mito e della storia, “femmes fortes” che trasmettono coraggio, dignità, intelligenza: sono Diana, Lucrezia e Cleopatra, quest’ultima protagonista in un’opera di coinvolgente sensualità e imponenti dimensioni.
“Guercino – scrivono le curatrici Annamaria Bava e Gelsomina Spione – mette magistralmente in scena l’ultimo atto della tragedia, rendendo partecipe lo spettatore e trasportandolo nella sublime emozione dello spettacolo barocco”
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