Franco Battiato: raccontato dall’amico Stefano Senardi
‘L’alba dentro l’imbrunire’ è un viaggio nell’arte e nella vita di Franco Battiato, raccontato da Stefano Senardi, caro amico del cantautore.
È stata una conversazione, più che un’intervista, commovente, illuminante e molto interessante, quella con Stefano Senardi, l’affermato discografico co-autore, insieme con Francesco Messina, del bellissimo volume ‘L’alba dentro l’imbrunire-Una storia illustrata di Franco Battiato’, edito da Rizzoli Lizard nel novembre 2021, e co-autore, sceneggiatore e protagonista del recentissimo docu-film ‘La Voce del Padrone’, per la regia di Marco Spagnoli, nelle sale cinematografiche dallo scorso novembre 2022.
Senardi, giovanissimo appassionato di musica, nella sua città natale, Imperia, negli anni ’70 lavora in un negozio di dischi; grazie a un ritaglio di giornale portatogli da un’amica, comincia la sua carriera in discografia come agente alla CGD, dove ben presto si fa notare per la sua preparazione e scala rapidamente i vertici dell’azienda.
Passa poi alla WEA e, nel 1992, a soli trentasei anni, alla PolyGram, diviene il più giovane presidente nel mondo della discografia europea!
Abbandonato il mondo delle ‘major’, nel 1999 intraprende l’avventura con la sua etichetta NuN Entertainment e, alla chiusura di questa, nel 2004, da allora a oggi, svolge un’importante attività di consulenza artistica e manageriale per importanti progetti radiofonici, televisivi, on-line e, non ultimi, il libro e il docu-film, dei quali abbiamo parlato con lui.
Franco Battiato: un lungo viaggio intorno all’amicizia
‘L’alba dentro l’imbrunire’ è un viaggio nell’arte e nella vita di Franco Battiato, mentre ‘La Voce del Padrone’ è il viaggio sentimentale di Stefano Senardi, caro amico del cantautore che, dopo aver percorso con lui tanti chilometri a giro per il mondo, ci accompagna in questo itinerario che parte da Milano, passando per Roma e arrivando fino a Milo, nella casa di Battiato, con immagini di repertorio e i racconti di chi lo ha conosciuto bene che raccontano la sua storia e la sua personalità.
Come nasce l’idea di questo libro e di questo titolo?
Ero stato contattato dalla Rizzoli per questo loro progetto e, ovviamente, l’ho accolto con entusiasmo. Ho poi coinvolto l’amico Francesco Messina con il quale, per anni, abbiamo frequentato la casa di Franco in Sicilia. Lui ha realizzato molte sue copertine storiche ed è anche fotografo, grafico, tastierista, autore di testi e musiche, oltre che di origine siciliana come Franco e suo grande amico… io avevo molto chiara in mente l’idea su come dare corpo a questo libro, poi Francesco ha cominciato a scrivere.
Per quanto riguarda il titolo, è tratto dalle frasi finali del pezzo ‘Prospettiva Nevskij’ contenuto nell’album ‘Patriots’ del 1980: … E il mio maestro mi insegnò com’è difficile/Trovare l’alba dentro l’imbrunire…
Che amico era Battiato?
Lui amava molto avere gente intorno, chiaramente solo gli amici intimi, anche se spesso, educatamente e con gentilezza si accomiatava da tutti per ritirarsi e dedicarsi non solo alla meditazione, ma anche ai suoi studi.
Si prendeva il suo tempo. Franco non aveva il senso del possesso e del successo, è sempre stato una persona ‘normale’ che si concentrava con passione all’introspezione e alla ricerca; sono sicuro che la sua eredità umana, religiosa, spirituale e artistica è stata e rimarrà molto importante per i molti che lo hanno amato.
Io mi ritengo molto fortunato di essere vissuto nella sua epoca, averlo conosciuto ed essere diventato suo amico.
Sono tanti e tutti molto importanti i contributi che avete raccolto con Messina: quale, secondo te, il più significativo?
Il libro è il risultato di molte testimonianze vissute tutte dall’interno, ma senza alcun dubbio per me la più toccante e ‘centrata’ su Franco e sulla sua incessante ricerca di conoscenza e spiritualità, è quella di Guidalberto Bormolini, il religioso, scrittore e tanatologo, con il quale lui si è a lungo confrontato sulla ‘fine’ e aveva partecipato al suo libro ‘Attraversando il Bardo. Sguardi sull’aldilà’ e, infine, lo ha accompagnato nel suo ultimo ‘viaggio’!
Dopo i quasi vent’anni di Franco alla EMI, nel 1996 riesci a strapparglielo e portarlo in PolyGram…
Sì, abbiamo pubblicato ‘L’imboscata’, il primo album con la nuova etichetta, poi ‘Gommalacca’ e ‘Fleurs’; nel 1998, con la fusione dell’azienda nella Universal, io lascio e poco dopo anche Franco cambierà casa discografica.
Battiato, oltre a essere autore, compositore e musicista, ha sperimentato molte strade: cinema, editoria, teatro, pittura, scrittura…
Era curioso, ma anche metodico. La pittura, per esempio, la intraprende perché a scuola aveva quattro in disegno e sosteneva che, applicandosi, avrebbe potuto praticarla; infatti, dopo la frequentazione di un corso, comincia a dipingere e, direi, anche con buoni risultati.
Musicalmente?
Un genio assoluto!
‘La Voce del Padrone’ è stato lo spartiacque nella canzone d’autore. Battiato ha iniziato con il Pop, ma non si può certo dire, malgrado l’apparenza, che abbia creato dei ‘tormentoni’: la sua musica, le sue parole, hanno fatto scoprire alle persone universi esoterici, spirituali… Battiato si può vivere a diversi livelli: è stato autore, cantautore, compositore, musicista. Quando lavorava aveva già in testa ciò che voleva ottenere: arrangiamenti, partiture, e via dicendo…così, quando arrivava per registrare, tutto filava liscio come l’olio.
Il docu-film
Che ci racconti del docu-film, uscito da poco nelle sale?
Marco Spagnoli, il regista, aveva in mente da tempo di realizzare questo docu-film, ma ci sono stati problemi per la produzione; gli ho dato la mia disponibilità a condizione di poter contribuire, oltre che al soggetto, alla partecipazione in qualità di guida nell’universo Battiato. Abbiamo dunque intrapreso quest’avventura, un lungo viaggio che da Milano ci ha portato fino in Sicilia passando per Roma, durante il quale non abbiamo solamente coinvolto e intervistato gli amici e gli addetti ai lavori, come la vecchia band e i madrigalisti de ‘La Voce del Padrone’, ma anche conquistato ‘camei’ come quello di Nanni Moretti che, solitamente, non ama partecipare ad alcunché o la colonna sonora, composta per noi da Paolo Bonvino.
Il film si chiude con la tua testimonianza…
Sì, dovevo fare un breve intervento a conclusione di questo racconto; ho cominciato a parlare a ruota libera e, alla fine, con il fonico ci siamo resi conto che avevo abbondantemente ‘sforato’ i tempi, ma nessuno di noi ha avuto il coraggio di tagliare: riascoltando la registrazione, infatti, eravamo entrambi commossi e con gli occhi lucidi e abbiamo quindi deciso di delegare gli eventuali tagli a regista e montatore che, alla fine, l’hanno mantenuta nella sua interezza… ma consiglio a chi andrà a vedere il film di non andare via prima dei titoli di coda perché c’è una ‘chicca’ da non perdere.
Hai fatto molti viaggi con lui, che ricordi serbi nel cuore?
Come ho detto prima, Franco era molto curioso delle cose e del mondo; viaggiare con lui era sempre una meravigliosa occasione. Grecia, India, Marocco, Istanbul, Londra, New York, Parigi, Sicilia, a casa sua, dove ho incontrato tanti suoi amici. Era anche un grande appassionato ed esperto di tappeti e, in molti di questi viaggi, è stata un’esperienza interessante essere al suo fianco mentre osservava, toccava, trattava per l’acquisto di quello che poi avrebbe portato a casa.
Se dovessi descrivere Franco Battiato con una sola parola, quale utilizzeresti?
Tre parole: Un Essere Speciale! E penso che per molte persone che lo hanno apprezzato per la sua umanità, oltre che come artista, sia anche un balsamo al bisogno di spiritualità che oggi è sempre più sentito e ricercato.
Auspichiamo che questa bella chiacchierata possa essere gradita ai tanti estimatori di Franco Battiato, mentre siamo certi che, sia il libro, sia il film, saranno ampiamente apprezzati e, per chi non li conosca ancora, siano assolutamente da non perdere!