Fernando Botero – La grande mostra a Palazzo Bonaparte, Roma
Fernando Botero – La grande mostra: Palazzo Bonaparte a Roma ospita la più grande mostra mai realizzata in Italia dedicata all’opera di Botero, artista inconfondibile e amatissimo dal grande pubblico.
Fernando Botero – La grande mostra presenta oltre 120 capolavori realizzati in 60 anni di attività utilizzando varie tecniche artistiche: la pittura ad olio, la scultura, i pastelli, il disegno a matita, i carboncini e le sanguigne.
Molteplici sono i temi che caratterizzano la sua arte, delineando un universo poetico esuberante e magico.
Le opere, anche di grandi dimensioni, ci mostrano la sontuosa rotondità dello stile di Botero con effetti tridimensionali e colori accesi e vibranti.
In esposizione anche inediti eccezionali, come la Menina (After Velazquez), Omaggio a Mantegna, che si riteneva perduto, fino allo straordinario acquerello Odalisca, omaggio a Matisse.
La mostra è curata da Lina Botero, figlia dell’artista, e Cristina Carrillo de Albornoz, grande esperta della sua opera.
“Questa è una mostra eccezionale purché è la prima grande esposizione di pitture dedicata a Fernando Botero dopo la sua morte” – afferma Lina Botero – “È un’occasione straordinaria per celebrare il primo anniversario della morte di mio padre in Italia, un Paese che ha significato molto per lui e per il suo lavoro”.
L’arte di Fernando Botero
Le forme monumentali e la fisicità dei soggetti rendono il suo stile unico e immediatamente risconoscibile: nelle tele emerge l’opulenza delle forme, la percezione del volume, l’uso iperespressivo del colore che esprimono abbondanza, positività, ricchezza e vita.
“La mia ambizione era di essere un pittore, e soltanto un pittore. … Aspiro a esplorare i problemi fondamentali della pittura. Non ho mai trovato altro nella vita che mi causi altrettanto piacere.” Fernando Botero
Botero e l’arte italiana
Nato in Colombia nel 1932, Botero inizia a dipingere da giovanissimo e nel 1961 il Museum of Modern Art di New York acquista Monna Lisa all’età di dodici anni (1959). La sua fama crescerà rapidamente.
Botero, “interessato al volume da sempre, ha capito la sua trascendenza nell’arte studiando i maestri del Quattrocento italiano … in particolare Piero della Francesca, Paolo Uccello e Masaccio” (Cristina Carrillo de Albornoz).
Affascinato dalla Camera degli sposi di Mantegna a Mantova, trasforma la scena della corte dei Gonzaga in cui Ludovico è raffigurato insieme al suo segretario esaltandone la monumentalità e il colore, vincendo così il primo premio al Salone Nazionale di Pittura della Colombia nel 1958.
Fernando Botero. La grande mostra – il percorso
L’esposizione si apre con la Prima sezione – Versioni: Botero nel suo apprendistato al Museo del Prado di Madrid copiava le opere di Velázquez e Goya, per passare poi ai maestri della pittura, consapevole che la grandezza, nell’arte nasce da una conoscenza profonda della tradizione.
Sono qui esposte alcune delle sue versioni più celebri tratte da opere dei grandi maestri: La Menina (“La damigella d’onore”), che cita Diego Velázquez, El Diptico, ispirato a Piero della Francesca, El Matrimonio Arnolfini, che riprende Jan van Eyck, oppure Mademoiselle Rivière, ispirato a Jean-Auguste-Dominique Ingres, La Fornarina, citazione di Raffaello, o El retrato de los Burgueses, che riprende Rubens.
“L’arte”, insisteva Botero, “è la possibilità di ricreare la stessa opera in modo differente”.
La seconda sezione è La scultura: “La mia estrema passione per la forma mi ha portato alla necessità di trasformare i soggetti della mia pittura in veri e propri volumi tridimensionali e tattili”, diceva e chiedeva sempre alle persone di toccare le sue sculture, secondo l’insegnamento di Bernard Berenson che parlava di “valori tattili nella pittura” nelle lezioni seguite dall’artista a Firenze.
Si prosegue con Disegni e La natura morta, in cui emergono riferimenti alla tradizione pittorica olandese e alle origini latino- americane, tanto nel colore quanto nell’esaltazione completa dei volumi.
La religione. Oltre le convenzioni propone opere come Nuestra Señora de Colombia e i ritratti dei vescovi che passeggiano in boschi pieni di natura esuberante.
La Corrida e il Circo giocano in modo sorprendente con la composizione, il colore e la luce.
Dell’America Latina Botero dipinge “la natura esuberante, l’amore, la musica, la politica, le classi del potere danno forma alla storia dl paese.” Di animo cosmopolita, si considera “il più colombiano dei colombiani” e i ricordi della Colombia e della sua infanzia animano le sue opere.
La Nona sezione – La violenza comprende due serie sulla violenza in Colombia e le torture perpetrate ad Abu Ghraib, in Iraq: “L‘arte non ha il potere di produrre cambiamenti sociali o politici. Ha però il potere di perpetuare nel tempo la memoria di un episodio.”
La mostra si chiude con le ultime sperimentazioni del maestro sempre impegnato “ad apprendere la complessa tecnica della pittura …La pittura, ogni singolo giorno, ti porta a percorrere nuove strade e a non smettere mai di fare pratica”.
Fernando Botero – La grande mostra: Palazzo Bonaparte a Roma, fino al 19 gennaio 2024 – Catalogo edito da Moebius.