Design realtà aumentata: ID-Exe, mostra digitale diffusa
Pixel distribuiti in città. A ciascuno di essi corrisponde un’opera
Design realtà aumentata: ID-Exe, mostra digitale diffusa
Design realtà aumentata perché nel nostro mondo e in quello dell’arte conviviamo con la natura e l’intelligenza artificiale. Le creazioni dei designers sono sospese fra presente e futuro, con un obiettivo di sostenibilità condiviso.
ID-Exe è il primo distretto diffuso del design che propone un palinsesto di mostre ed eventi in grado di mescolare concetto e tecnologia, in particolare la realtà aumentata, per dare forma al futuro del design.
Giovani designer e realtà emergenti sono chiamati a declinare attraverso i loro progetti gli scenari futuribili del Made in Italy, dell’economia circolare e della manifattura sostenibile.
E anche del nuovo artigianato che si intreccia con l’innovazione tecnologica, della diversità intesa come valore e del design degli spazi urbani, pubblici e privati.
Tra le iniziative previste dal progetto, organizzato dalla startup milanese Design Open Spaces, spiccano tre esposizioni.
Design realtà aumentata ed esposizioni
La mostra digitale diffusa in realtà aumentata dà accesso attraverso decine di QRcode sparsi per il tessuto urbano a progetti che vanno a sovrapporsi all’ambiente circostante, con la possibilità di essere salvati, condivisi e riposizionati altrove.
La mostra presso Isola SET in Piazza Città di Lombardia incentrata sull’intelligenza artificiale come nuovo interlocutore capace di riscrivere attraverso il design l’interazione tra uomo, oggetti e natura.
La mostra sulla moda che indaga il rapporto tra tecnologie futuristiche e tradizione nel settore del fashion, all’interno di Bobino Milano, che si affaccia sul Piazzale Stazione Genova.
“Design After Boundaries”, la realtà aumentata che abbatte le barriere di spazio e tempo. In tutta la città.
I progetti elaborati da designer e aziende vanno a sovrapporsi all’ambiente circostante e possono essere visualizzati in realtà aumentata su smartphone attraverso i filtri di Instagram o Facebook.
Sono salvati e riposizionati altrove per abbattere le barriere rappresentate da spazio e tempo e generare così un numero potenzialmente infinito di nuovi livelli espositivi in una mostra diffusa senza confini.
I QRcode attivatori, definiti Pixel, sono distribuiti in decine di punti strategici della città e a ciascuno di essi corrisponde un’opera.
Il progetto si sviluppa sul confine tra mondo fisico e digitale, in una dimensione ibrida chiamata “phygital” che costituisce un terreno di ricerca sperimentale per progettisti e aziende partecipanti, tra cui Provasi, Giulio Iacchetti & Genesio Pistidda, MARBLE, Guglielmo Gasloli e Cemento Line.
“Design After Generation”, il ruolo dell’AI in mostra. All’Isola SET in Piazza Città di Lombardia.
L’intelligenza artificiale, comunemente abbreviata in “AI” sta riscrivendo il mondo della creatività, offrendo a designer, artisti e autori nuovi mezzi per facilitare e amplificare il proprio modo di lavorare.
La mostra è organizzata da D.O.S. Design Open Spaces in collaborazione con Simplex e con il coinvolgimento della Amsterdam Univesity of Applied Science.
Propone uno sguardo acritico su quale possa essere il ruolo di questo nuovo attore all’interno del dialogo tra natura, essere umano e oggetti.
L’esposizione, ospitata all’interno di Isola SET e intitolata “Design After Generation”, è articolata in tre sezioni.
“AI e Uomo“, che analizza il differente modo di comunicare tra uomo e AI, in cui il linguaggio è sostituito dal prompt, stimolando la riflessione sulle implicazioni della comunicazione con la tecnologia e sull’importanza di mantenere sempre una visione umana nel rapporto tra uomo e macchina;
“AI e Natura“, che presenta immagini di paesaggi naturali generate a partire da testi poetici, con la sfida di creare immagini che rappresentino la bellezza e la complessità della natura stessa;
“AI e Oggetto“, incentrata sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale per ripensare celebri icone del design in base a nuovi parametri quali la sostenibilità, l’evoluzione tecnologica e l’ergonomia.
Le opere rielaborate dall’AI e le cui immagini, includendo tutti i passaggi progettuali, vengono proposte in mostra, sono: le lampade Arco e Taccia di Pier Giacomo Castiglioni, le sedute Up di Gaetano Pesce, i portaoggetti componibili di Anna Castelli Ferrieri e la poltrona LC2 di Le Corbusier.
Design After Fashion
Negli spazi della mostra, ospitata da Bobino Milano (piazzale Stazione Porta Genova) e intitolata “Design After Fashion”, le creazioni dei designers, sospese fra presente e futuro, invitano ad interrogarsi su come orientare la pratica progettuale della moda verso un obiettivo di sostenibilità condiviso.
Dalla realtà aumentata allo slow fashion, dalle tecniche di manipolazione digitale al recupero della tradizione sartoriale.
Progetto a cura di DOS Design Open Spaces in collaborazione con Guya Manzoni, co-fondatrice di Sfashion-net, piattaforma di supporto e networking dedicata alle microimprese della moda, e di W(e)ave Magazine, la prima rivista indipendente italiana dedicata alla slow culture.
Moda protagonista anche di Kabbalah 2051, sfilata prevista il 21 aprile dalle 21 presso il locale Rocket Milano, Alzaia Naviglio Grande.
Questa coniuga fashion, arte e design attraverso i talenti di giovani designer, stylist, artisti, fotografi e videomaker chiamati a dare nuova vita e nuove forme a capi d’abbigliamento inutilizzati.
L’evento, organizzato con il negozio di abbigliamento usato e rigenerato in chiave artistica PWC, è aperto al pubblico e sarà seguito da un party che proseguirà fino alle cinque del mattino di sabato 22.