Cibo e clima: mangiare sano aiuta anche il Pianeta
Privilegiare alimenti di stagione e packaging compostabili
Cibo e clima: mangiare sano aiuta anche il Pianeta
Cibo e clima? Vedremo perché. L’emergenza climatica non è più un’ipotesi: siamo dentro al problema, che è planetario. E ci coinvolge tutti.
Uno dei fattori che ha cambiato il clima e contribuisce al riscaldamento del pianeta, con le gravi conseguenze che constatiamo ogni giorno, è l’aumento delle emissioni di CO2.
Dunque, l’uomo ne è responsabile.
Tra le cause le combustioni prodotte dalle industrie, soprattutto quella bellica, lo sviluppo dell’allevamento intensivo del bestiame e la deforestazione (gli alberi, infatti, sono in grado di assorbire CO2).
Anche mangiare sano è strettamente collegato alla salute della terra, oltre che alla nostra. E sono state proprio le richieste dei consumatori a cambiare il mercato alimentare.
Ad esempio, la domanda di prodotti bio e del territorio, di menù ricchi di verdure, cereali e legumi, e di formaggi con cagli vegetali.
Per l’acquisto di carni e uova si dovrebbero evitare i prodotti che arrivano dagli allevamenti intensivi. Qui, dove vengono ammassati migliaia di animali, la loro sofferenza produce veleni di cui poi ci cibiamo.
E, per quanto riguarda il Pianeta, sono importanti produttori di CO2.
Cibo e clima: ispiriamoci al passato
Per avere un futuro migliore si torna anche al passato, orientandosi ad un consumo meno compulsivo e cercando alimenti genuini coltivati in terreni non inquinati.
Come scrive Amitav Ghosh nel suo ‘illuminante’ libro ‘La Maledizione della noce moscata (ed.Neri Pozza)’: “i più attenti al cambiamento ambientale sono quasi sempre coloro che vivono ai margini, persone la cui relazione col suolo, con la foresta o con l’acqua è quasi totalmente priva di mediazioni tecnologiche”.
Verdure, legumi, frutta vanno scelti di stagione e a chilometro zero (dove non è possibile averli nella propria regione, come per avocado e mango, si può scegliere la produzione nazionale).
Anche per carni e uova, ci si può rivolgere alle cascine che si trovano a pochi chilometri da ogni città. Oppure si può far parte di gruppi d’acquisto etico che raccolgono gli ordini.
Inoltre, dopo averle già visitate e averne verificato le procedure, si può ordinare direttamente alle stesse cascine che inviano i prodotti direttamente a casa.
Ma quale cucina è più salutare?
Per quanto riguarda il nostro piatto nazionale, la pasta, si può scegliere quella a base di farine di grani antichi, ovvero non stressati da fertilizzanti chimici e da alterazioni genetiche (si trova anche tra gli scaffali della grande distribuzione). Oppure pasta realizzata con farine di legumi.
Per la cottura dei piatti ispiriamoci alla nostra cucina mediterranea e a quella orientale. Ovvero verdure e altro cibo crudi, oppure con cottura rapida o al vapore – che implica minore dispendio di energia – e con pochi grassi.
Le confezioni degli alimenti?
La plastica sta diventando un problema gigantesco. Il 36% della produzione è impiegata proprio ad uso alimentare. Sono dati UNEP, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente contro i cambiamenti climatici e per l’uso sostenibile delle risorse naturali.
Molti Paesi l’hanno sostituita con carta e cartone o legno riciclati.
E crescono i green packaging provenienti da fonti rinnovabili o compostabili e biodegradabili: a base di polpa di cellulosa, amido di mais, fecola di patate, alghe, ovo-albumina, proteine da pesce, latte e soia.
Sono oramai numerose le aziende che utilizzano packaging green. Tra queste www.germinalbio.it o www.itscompostable.com
immagine di copertina credit @pexels-charl-durand