
Antelami a Parma. Il lavoro dell’uomo, il tempo della terra
Esposizione: il ciclo dei mesi del battistero di Parma
“Antelami a Parma. Il lavoro dell’uomo, il tempo della terra” è il titolo dell’esposizione che, nonostante le difficoltà, la Diocesi, di concerto con il Comune di Parma, aveva avviato a fine estate, come messaggio di speranza e simbolo di valori umani e religiosi a cui ispirare la ripresa delle attività sociali e culturali così preziose per tutti.
L’esposizione all’altezza dei visitatori del ciclo scultoreo dei Mesi e delle Stagioni di Benedetto Antelami che orna il primo loggiato del bellissimo Battistero di Parma, si sarebbe dovuta inaugurare a maggio, in occasione della designazione di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020.
Ma lo straordinario evento ha subito le traversie dovute al Covid-19 e solo il 12 settembre 2020 il Battistero è stato aperto al pubblico, per poi essere chiuso.
Ora si attende il 15 gennaio, quando giungeranno a scadenza i provvedimenti sanitari, augurandoci si poter di nuovo accedere all’interno per ammirare la bellezza delle sculture che mostrano la successione dei lavori connessi con la vita della terra e lo scorrere dei mesi.
In questo momento particolare gli aspetti artistici e storico-archeologici dei manufatti di straordinario valore passano quasi in secondo piano rispetto al messaggio esistenziale che esprimono.
I volti sereni, gli atteggiamenti e i gesti composti e consapevoli dell’utilità pratica delle occupazioni cui si dedicano le statue che danno corpo ai mesi e alle due stagioni, l’inverno e la primavera, rassicurano sulla ciclicità del tempo, che alterna crisi e cadute a rinascite e nuovi periodi di fertilità.
Così è della natura, così sanno nella loro antica saggezza
i personaggi che con grazia e nobiltà
mostrano come il tempo non sia avverso,
nonostante i momenti duri e inclementi.
Secondo la tradizione dei Padri della Chiesa, i lavori, anche pesanti, cui si dedicano i lavoratori della terra non sono una condanna, conseguenza del peccato originale, ma una collaborazione al progetto della Creazione, una riconciliazione attraverso la figura redentrice di Cristo. I lavoratori sono di età diverse, tutti ben vestiti e pieni di nobile dignità.
Antelami: la primavera
Il ciclo inizia con la primavera, un’elegante fanciulla coronata di fiori. La accompagna marzo, sotto il segno dell’ariete, che soffia nel corno simboleggiando le bufere e le intemperie che rendono incerta la stagione; seguono aprile con le prime fronde tra le mani; maggio, un cavaliere che brandisce un falcetto per raccogliere il foraggio per il suo cavallo.
Ecco giugno che raccoglie le spighe mature; luglio che le batte con una coppia di cavalli; poi agosto prepara le botti; settembre con un coltello stacca dai tralci grossi grappoli d’uva, mentre ai suoi piedi la figuretta del segno della bilancia sembra quasi collaborare al lavoro. I mesi che portano alla stagione estiva sono giovani pieni di energia e vitalità, come anche febbraio assorto nel dissodamento del terreno indurito.
Antelami: si procede verso l’inverno
Ottobre è un bel vecchio con barba e baffi e un ampio mantello che con gesto solenne sparge parsimoniosamente i semi col pugno, accompagnato dal segno dello scorpione su una quercia alle sue spalle; novembre raccoglie rape strappandole dal terreno; dicembre taglia gli sterpi.
Tra novembre e dicembre sta l’inverno, un vecchio dalla barba fluente, metà vestito e metà nudo, a indicare il periodo tra il sonno e il risveglio della natura.
Tra tutti si distingue gennaio, un vecchio barbuto seduto accanto al fuoco, con un’altra faccia attaccata sulla nuca, poiché è lui che chiude l’anno vecchio e apre quello nuovo. È il ritratto del vecchio saggio, come i mesi che lo precedono da ottobre in poi.
Gli otto lati del Battistero introducono simbolicamente nel tempo della Salvezza: dopo i sette giorni della storia, l’ottavo giorno è quello della Risurrezione, che redime e risana, in esso “non c’è morte, né lutto, né lamento, né affanno”.
Lo scultore racconta il lavoro, l’impegno, il percorso esistenziale, fatto di gioie e dolori, di aspettative soddisfatte e di desideri delusi, trasformando la pietra in espressione della conoscenza e dei valori della fede.
Questo ciclo scultoreo, che restò incompiuto con la morte dell’Antelami,
sintetizza il significato della Creazione
e la dinamica teologica di peccato e redenzione
Ma racconta anche come il mistero della vita incontra la sapienza dell’agricoltore e l’opera del lavoratore: natura e cultura sono in armonia.
Nell’adiacente Cattedrale si può ancora ammirare dello scultore il bassorilievo marmoreo della “Deposizione dalla croce”, unica tavola rimasta tra quelle che decoravano il pulpito.
«Mi auguro che nell’ammirare i Mesi dell’Antelami si comprenda che l’opera di Antelami riflette la Luce del Cristo nella felice continuità del tempo di Dio e del laborioso tempo dell’uomo», ha detto mons. Enrico Solmi, Vescovo di Parma, tra gli ideatori del progetto i cui proventi vanno a sostegno della Caritas diocesana.
Antelami a Parma. Il lavoro dell’uomo, il tempo della terra” – Il ciclo dei mesi del battistero di Parma
Web: www.piazzaduomoparma.com; www.diocesi.parma.it
Ulteriori informazioni e prenotazione: E-mail: antelami2020@gmail.com
Foto di copertina copyright -Edoardo-Fornaciari

