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Agnona: da comprensorio romano a eccellenza per l’Alta Moda.

Il ritrovamento di molte monete romane dell’età di Giulio Cesare durante lavori effettuati nel 1952 ha datato l’esistenza di Agnona al 59 a.C., epoca del probabile stanziamento o passaggio di legionari romani.

Essendo la Valsesia,  confinante con la Valle d’Aosta era, infatti, un punto di transito molto importante per la Gallia.

Nel periodo medievale l’esistenza di questo piccolo borgo fu legata alla pastorizia e all’agricoltura e la sua tranquillità dipese anche dal relativo isolamento e dalla posizione sul lato destro del fiume Sesia, con tutte le difficoltà per attraversarlo in direzione di Borgosesia, più fiorente e costruita.

Solo i barcaioli potevano passare alla riva sinistra ma, in caso di fiume in piena, si rimaneva isolati per lunghi periodi.

Con il passaggio dell’intero territorio alla dominazione sabauda, arrivarono cambiamenti significativi dal punto di vista progettuale e uno dei più importanti fu proprio quello di un ponte che collegasse Agnona a Borgosesia e al lago d’Orta, collaudato nel 1784.

Questo, essendo non solo bello ma, soprattutto, tecnicamente avanzato, divenne un simbolo della Valsesia e ancora oggi viene chiamato ponte napoleonico, in realtà erroneamente perché, quando fu attraversato dalle truppe francesi, esisteva già da vent’anni.

Il piccolo e tranquillo territorio di Agnona ha dato i natali a molti uomini illustri, musicisti, pittori, e altri, distintisi in vari settori.

Tra questi: Antonio Giuseppe Pianca, il più importante pittore del settecento valsesiano, Joseph Isnard, doganiere napoleonico, Carlo Fassò, musicista e compositore, organista e Maestro del Teatro Regio e del Conservatorio di Torino, Abate Salvatore Lirelli, geografo, incisore e astronomo, Davide Giuppone, un pregevole artista del legno, Francesco Grandis, artista e artigiano, che sperimentò varie tecniche, dall’intaglio al gesso dipinto, Giovanni Lirelli, poeta, e Francesco Ilorini Mo, industriale illuminato, a cui si deve l’invenzione del magico prodotto tessile, conosciuto in tutto il mondo con il nome di Agnona.

Francesco visse vicino alla fabbrica, in una casa dall’impronta tradizionale valsesiana, esposta al sole, con un grande terrazzo e la vista della valle, digradante verso il Sesia.

Il suo percorso iniziò con una scuola di disegno, a cui seguì un lavoro da operaio in una Tessitura, dove poi fu impiegato come disegnatore tessile. Sua è l’invenzione dei giochi d’inserimento di trame sui fili di ordito.

Tale promettente carriera ebbe una battuta d’arresto con la guerra nel 1940 , ma al ritorno egli trovò un’Italia che voleva dimenticare e vivere alla grande, e lui alla grande entrò nell’Alta Moda, tessendo lana d’agnello riccio di pecora merino, dal vello soffice e candido, e creando la fabbrica Lanerie Agnona. 

Francesco Ilorini Mo sperimentò le fibre naturali più pregiate, lane merino superfini, suri alpaca, cashmere, vicuna, rifornendo le più grandi Maisons d’Haute Couture, quali Balenciaga, Chanel, Dior, Courrèges, Balmain, Cardin, Mila Shon, Missoni.

Negli anni la Ditta Agnona è passata a varie proprietà e ora l’abitazione che fu di questo grande personaggio è adibita a piccolo hotel, dal nome Villa Agnona,  pieno di atmosfera e di ricordi, e anche di numerose fotografie che lo ritraggono nei momenti più intensi della sua vita operosa.

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paesaggio attraverso la grata sulle scale

Testo e foto Giovanna Dal Magro