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A mano disarmata: una giornalista contro la criminalità di Ostia

Una giornalista, una donna Federica Agnelli

“A mano disarmata” racconta lo sconvolgimento che subisce la vita della giornalista Federica Angeli, della redazione romana di Repubblica, in seguito alla sua scelta di condurre un’inchiesta sulle attività criminali della famiglia Spada a Ostia, dove è nata e dove vive tuttora insieme al marito e ai suoi tre figli.

Il film diretto da Claudio Bonivento e interpretato da Claudia Gerini racconta la storia vera di Federica Angeli a partire dal 2013, quando Federica, cronista di nera e giudiziaria nella redazione romana del quotidiano Repubblica, percorrendo le spiagge di Ostia si rende conto dell’estensione che ha raggiunto il racket degli stabilimenti balneari.

Inizia la sua inchiesta e subito subisce minacce da parte di alcuni esponenti del cosiddetto clan Spada: reagisce con una denuncia.

E due mesi dopo testimonierà sulla sparatoria ingaggiata tra la famiglia Spada e i rivali Triassi proprio sotto le finestre di casa sua, mentre i vicini serrano le tapparelle e preferiscono fingere di non aver visto niente.

Dopo questa denuncia è costretta a vivere sotto scorta a causa delle continue minacce contro di lei e i suoi 3 figli.

A mano disarmata ha lo stesso titolo del libro in cui la giornalista ha raccontato il suo dramma personale e le continue pressioni subite anche nel contesto familiare a causa dei rischi che sono ricaduti anche sui suoi figli. In una scena il boss minaccia direttamente il figlio piccolo, a spasso con la nonna.

Una giornalista, una donna

Qui sta una delle particolarità più apprezzabili del film: la capacità di raccontarci non solo la classica vicenda del giornalista coraggioso che si oppone alla criminalità organizzata, ma di raccontarcela al femminile.

Federica fa le sue scelte come giornalista e come donna; si mantiene fedele ai suoi ideali, coltivati fin ad ragazza come le ricorda il padre in uno dei momenti di massimo sconforto, quando il marito, sempre al suo fianco, allontana i figli troppo colpiti dalle tensioni e dai pericoli entrati nella loro vita quotidiana.

Fin dalla prima denuncia Federica si pone il problema delle conseguenze che ricadranno inevitabilmente anche su di loro, ma la sua risposta è netta: rinunciare alla battaglia, piegarsi, vorrebbe dire proporre ai suoi figli un esempio inaccettabile di accondiscendenza al malaffare, vorrebbe dire accettare la sconfitta della democrazia e della legalità: allora cosa potrebbe insegnare loro?

Nonostante le incomprensioni, le paure, il peso di vivere sotto scorta, la lunghezza delle indagini, Federica va avanti nel suo lavoro.

Grazie alla solidarietà dei commercianti taglieggiati dal clan, delle persone comuni, dei familiari, della solidarietà del mondo del web, degli studenti, di alcuni magistrati, di parte del mondo politico e dei carabinieri della sua scorta, la scelta di Federica si dimostra vincente, anche se la vicenda non è ancora conclusa.

Come diceva Borsellino – prosegue Angeli in un video – quando ami un posto o una persona ne fai emergere le criticità o le brutture per poterle superare: ecco oggi Ostia è riuscita a rialzare la testa. La vita sotto scorta è fatta di rinunce, momenti rubati, anche di momenti di solitudine. Non hai più privacy, è una vita dura e questo il film lo rende molto bene. Nella mia battaglia ha avuto un ruolo fondamentale mio marito. La forza di questo film è uscirne con la consapevolezza che le mafie possono essere sconfitte”.

Ostia, viaggio nel quartiere liberato dal clan Spada, un’inchiesta di Federica Angeli (5’)

“Grazie Ostia mia. Su la testa!”.

Così Federica Angeli esprime su twitter la sua gioia per la notizia del buon andamento delle prevendite del film “A mano disarmata”, nei cinema da giugno.

Di Claudia Gerini, l’attrice che l’ha impersonata nel film, dice:

E’ entrata nel personaggio e devo dire che in molti aspetti siamo simili. Più la conoscevo e più la ritenevo adatta a interpretarmi e dopo questa esperienza insieme non potevamo che diventare amiche”.

Al film “A mano disarmata” va quest’anno il Nastro della legalità, nato un anno fa per iniziativa dei Giornalisti Cinematografici insieme a Trame – Festival dei libri sulle mafie diretto da Gaetano Savatteri – per sottolineare il valore di denuncia del cinema di impegno civile e della sua nuova stagione di vivacità.

La motivazione è nelle stesse parole di Federica Angeli, autrice del libro autobiografico che ha ispirato il film:

“Chi sta dalla parte giusta non perde mai.

Chi ha scelto di sfidare a viso aperto la mafia la testa non la chinerà mai.

Perché sulla bilancia alla sera ci si sale da soli, con la propria coscienza, ed è a lei che si risponde”.