A Casacalenda nel Molise la natura dialoga con l’arte
MAACK, Museo all’Aperto d’Arte Contemporanea Kalenarte
Il paese di Casacalenda è riconosciuto oggi come il centro più creativo della regione Molise grazie al MAACK, acronimo di Museo all’Aperto d’Arte Contemporanea Kalenarte.
Casacalenda, in provincia di Campobasso, è un piccolo borgo inerpicato sulle colline del Molise: qui, nel 1990, da un’idea dell’architetto Massimo Palumbo, nasce il progetto Kalenarte con l’obiettivo di sostenere la promozione e la diffusione dell’arte contemporanea sul territorio.
MAACK, acronimo di Museo all’Aperto d’Arte Contemporanea Kalenarte, è un progetto originale e unico in tutta la regione e Casacalenda è riconosciuto oggi come il centro più creativo della regione: trent’anni di una storia che ha portato a raggiungere un obiettivo lungimirante e visionario quando pochi negli anni ’90 avrebbero pensato potesse acquisire la fama internazionale di cui attualmente gode.
Casacalenda: i percorsi dell’arte
Casacalenda è un affascinante intrico di vicoli e palazzi, piazzette e scalinate, dove si può andare a caccia di arte contemporanea addentrandosi in mirabolanti visioni, in un continuo dialogo con la storia, la natura e il territorio molisano, grazie agli interventi di rinomati artisti internazionali che arricchiscono di anno in anno il MAACK.
Gli artisti invitati, sia giovani emergenti, sia affermati nel circuito dell’arte contemporanea, colpiti da un ambiente fuori dal tempo, hanno conquistato lentamente questo luogo, dove regna il silenzio e tutto è rallentato e genuino.
La realizzazione delle prime opere permise agli abitanti di essere coinvolti nel progetto a cui si avvicinarono dapprima con sospettosa curiosità, poi con intelligente attenzione, rendendosi conto che il progetto Kalenarte, non aveva alcuna intenzione di sostituire l’identità storica del borgo, ma era invece una grossa opportunità.
Ogni artista è venuto a contatto con il territorio in punta di piedi per lasciare il segno del proprio passaggio nella campagna, nell’interazione con la vita quotidiana, nella celebrazione del luogo.
Il primo fu Tonino D’Erme che, nel 1990, con l’opera Cromoscala, mise in moto il circuito Kalenarte; il 1992 vide l’intervento del famoso artista giapponese Hidetoshi Nagasawa che realizzò Efesto, un’installazione leggera, ma incisiva, che richiama il mito del dio del fuoco, degli artigiani e dei metalli ed è stata realizzata all’interno dell’ex forno del paese, creando una forte relazione tra presente e passato.
Nella campagna di Casacalenda
Nella campagna, sono presenti invece due opere: il Guardiano del Bosco (1994) di Andrea Colaianni e il Poeta di Casacalenda (1997) del greco Costas Varotsos che, all’interno del bosco, è diventato ormai il simbolo di Kalenarte: un colosso di 9 metri di altezza, realizzato con scaglie di pietra, lasciato volutamente senza indicazioni per cui non è facile trovarlo.
Può essere individuato per caso dal visitatore, oppure non essere scoperto.
Realizzato da tutta Casacalenda, non è stato per questo firmato dall’artista, poiché tutto il paese ha contribuito manualmente e partecipato alla nascita del proprio Poeta di pietra, ma carico di umanità.
Esso è circondato da una moltitudine di individui: i grandi alberi del bosco, con i quali egli comunica e si mette in relazione, attraverso l’alternanza di lunghi silenzi e il soffio del vento tra i rami.
Le numerose manifestazioni in questi anni, hanno dato vita finora a un totale di sedici opere: l’ultimo intervento del 2009 è stato quello di Paolo Borrelli, con l’opera intitolata Il Museo Sospeso, frutto di una riflessione sull’inspiegabile sospensione del progetto Kalenarte che per qualche anno è rimasto fermo.
Il MAACK, dove arte, cultura e architettura vivono in simbiosi, ospiterà presto nuove interventi e nuovi artisti.
Con l’edizione di Kalenarte del 1997 e con la collaborazione di Federico Pommier Vincelli, è stata creata anche una Galleria Civica d’Arte Contemporanea, con sede nel sottotetto del Palazzo Comunale, completamente restaurato, e si articola in tre sale di cui la prima è dedicata al museo all’aperto e propone opere degli artisti che vi hanno partecipato, insieme ai bozzetti e disegni dei lavori realizzati per Kalenarte.
La seconda è stata realizzata in omaggio all’artista Franco Libertucci, illustre sculture di Casacalenda, scomparso nel 2002 e, infine, nella terza sala è esposto l’ultimo nucleo della collezione, costituto dalle diverse donazioni di artisti che hanno voluto contribuire con il proprio lavoro alla crescita dell’arte contemporanea in un territorio ai margini dei circuiti dell’arte.